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Regione marche. Risposte ai bisogni e tutela dei diritti
dei soggetti deboli All’indomani dell’incontro tra il presidente Spacca e diverse organizzazioni del terzo settore il Comitato Associazioni Tutela (CAT) rinnova la richiesta alla regione affinchè non si ritardi ancora nella risposta alle esigenze dei soggetti più deboli. In particolare si ricorda: - la situazione riguardante l’assistenza residenziale ad anziani non autosufficienti e malati d’Alzheimer. Il quadro è drammatico. Non tanto per l’entità del problema quanto per i cronici ritardi nella risposta. A fronte di circa 4.000 anziani non autosufficienti ricoverati nelle Case di Riposo, sono circa 350 quelli che ricevono un’assistenza adeguata secondo gli standard previsti dalla normativa regionale; alla scadenza del Piano sanitario 2003-2006 nel quale la regione si era impegnata nel triennio al raggiungimento di 3.820 posti letto - posti già di gran lunga insufficienti a coprire il fabbisogno residenziale - rivolto a persone non autosufficienti non solo le previsioni non sono state raggiunte ma l’offerta di posti letto è rimasta inalterata rispetto al 2003. Oltre 2200 anziani non autosufficienti hanno una assistenza sociosanitaria giornaliera pari a 40-50 minuti; circa mille ricevono all’interno delle strutture poco più di 10 minuti al giorno di assistenza; - Per i malati di Alzheimer e altre forme di demenza i posti residenziali sono qualche decina in tutta la regione; da anni si è in attesa del progetto Alzheimer, presentato alla stampa e alle associazioni dal precedente assessore alla sanità pochi giorni prima della scadenza della precedente legislatura; - L’indefinizione, per mancanza di provvedimenti attuativi, della normativa in materia di compartecipazione dei costi tra settore sanitario e sociale per tutti i servizi sociosanitari. Ciò determina infiniti contenziosi tra ASUR/Zone e Comuni, determinando, di fatto, il blocco della realizzazione delle strutture e la mancata risposta ai bisogni dei cittadini; - che il fondo regionale per l’assistenza domiciliare integrata, è pressoché interamente utilizzato per l’assistenza all’interno delle strutture invece che nelle cure a domicilio; - la lentezza con la quale si riducono i posti ospedalieri in eccesso a favore di quelli di riabilitazione e lungodegenza fortemente carenti. Rispondere a questi problemi (che significa migliorare la qualità della vita di migliaia di persone e tutelare il loro diritto alle cure) è il miglior segno di attenzione nei confronti del volontariato. Il miglior ringraziamento alla nostra azione. Auspichiamo inoltre vivamente che alla consultazione in vista dei prossimi piani di programmazione sociosanitaria, previamente si verifichi insieme i risultati dei precedenti così da trovare le ragioni della non realizzazione di molte delle previsioni contenute.
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