Marche. Riorganizzazione ospedaliera. Domande e riflessioni
23 agosto 2012, Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà, Vedi gli approfondimenti dell’’Osservatorio del Gruppo Solidarietà sulle politiche sociali nelle Marche.
La Dgr 1137/2012, modificando in parte le indicazioni del Piano socio sanitario 2012-14, ridisegna in questo modo l’offerta ospedaliera (vedi scheda nell'allegato pdf)
L’offerta complessiva diventa di 3,9 posti per mille abitanti. Di questi il 3,03 per acuti e lo 0,87 per la post acuzie. I posti complessivi diventano 6.102 (contro gli attuali 6.262). Cambia invece la composizione interna dell’offerta. I posti per acuti diminuiscono di 588, quelli per la post acuzie aumentano di 429.
Il quadro (numero posti complessivi e per mille abitanti) diventa il seguente
Previsione Posti letto ospedalieri
|
Acuti |
Post acuzie |
Totale |
|
4.737
|
1.365
|
6.102
|
|
3.03
|
0,87 |
3.90 |
Come è noto il Patto per la salute 2010-2012 prevedeva un’offerta ospedaliera del 4 per mille ripartita in 3,3 per acuti e 0,7 per riabilitazione/lungodegenza. Successivamente la legge 135/2012 approvata lo scorso 7 agosto (spending review) ha previsto la riduzione dei posti ospedalieri al 3,7 (3 per acuti e 0,7 per riabilitazione lungodegenza).
Considerata l’attenzione che il Piano prima e la dgr 1137-2012, successivamente, pone al tema della riqualificazione dell’offerta ed in particolare nel trasferimento di un cospicuo numero di posti dall’area dell’acuzie sa quella della riabilitazione lungodegenza, pare importante andare a vedere quali sono le indicazioni sul punto. La post acuzie (vedi tabella) passa dallo 0,60 (936) allo 0,87 (1365) per mille con un aumento di 429 posti.
Quanta riabilitazione e quanta lungodegenza e con quale modello organizzativo?
Nessuna indicazione viene, però, fornita circa la composizione dell’offerta complessiva della post acuzie. I 429 nuovi posti in quale numero afferirà alla riabilitazione e alla lungodegenza? Una ripartizione al 50% determinerebbe un’offerta di circa 680 posti per ogni tipologia. Va inoltre tenuta presente la discrepanza tra i dati del Piano e quelli della successiva dgr 1137, che non è di poco conto. Secondo il Piano l’offerta era di 858, per la delibera 936.
La ripartizione per tipologia dovrebbe essere la seguente:
- I posti attivi di lungodegenza (codice 60), anche se il dato non viene fornito, dovrebbero aggirarsi sui 550 (andrebbe valutato inoltre, quanti ancora, afferiscono all’area della psichiatria);
- quelli di riabilitazione (codice 56) sono poco più di 350 (qui, ad esempio, sono conteggiati anche posti di riabilitazione alcologica).
Alcune considerazioni al riguardo:
Appare, dunque, indispensabile che una adeguata programmazione indichi la previsione di posti dell’una e dell’altra funzione, la loro collocazione e il modello organizzativo.
Sembra, invece, del tutto preponderante l’attenzione al dato quantitativo (trasferimento dall’acuzie alla post acuzie) a scapito di quello qualitativo. Una post acuzie che non funziona in maniera adeguata, oltre a non determinare benefici per i malati ricoverati produce prolungamenti di ospedalizzazione (ricoveri ripetuti) vanificando anche l’obiettivo, cui sembra più si tenga, della riduzione dei costi.
Quale modello extraospedaliero?
Il Piano e le successive indicazioni all’ASUR (dgr 1137-2012) ai fini della applicazione, assegna – in funzione della riduzione dei posti per acuti – un fondamentale ruolo ai servizi extraospedalieri. Purtroppo, vedi gli approfondimenti in nota, si tratta di un’area (dal residenziale al domiciliare) fortemente trascurata in questi anni: ci riferiamo:
- all’assenza di un modello organizzativo delle cure domiciliari. Per mantenere le persone a casa occorrono risorse ed organizzazione. In questi anni non si è investito né nell’uno né nell’altra;
- l’area della valutazione (UVI) continua a non essere oggetto di attenzione; anche in questo caso, sia a riguardo di risorse che di modello organizzativo;
- le RSA (circa 900 posti) che dovrebbero essere un altro elemento centrale della riconversione e del potenziamento dei servizi territoriali, continuano, in assenza di indicazioni regionali, ad operare in maniera del tutto difforme da struttura a struttura (da interventi intensivi fino a quelli di mantenimento).
Dunque il passaggio successivo alla rideterminazione quantitativa dell’offerta, non può che passare per la definizione di coerenti modelli organizzativi. Nella certezza, che laddove si lavora male o in maniera incoerente, il risultato (in questo caso di salute) non è buono ed i cittadini ne pagano le conseguenze. E quando si lavora male, ci può essere un risparmio sul breve periodo, ma non sul lungo. Cose ben note ad ogni buon programmatore.
Per approfondire
- Marche. Piano sociosanitario 2012-2014 (vedi, in particolare, il dato di pag. 48)
- Marche. Attuazione Piano sociosanitario regionale 2012-2014
- Nodi irrisolti e omissioni del Piano sociosanitario della Marche
- Campagna "Trasparenza e diritti". Le motivazioni e gli obiettivi
- Livelli essenziali e servizi sociosanitari nelle Marche
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Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali.
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