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Cavadi Augusto
Il Dio dei mafiosi
Edizioni San Paolo, 2009
pag. 244, Euro 18,00
Come può la maggioranza dei mafiosi dirsi cattolica e frequentare le chiese?
Qualcosa certamente non funziona: o nella loro testa o nella teologia
cattolica. O in tutte e due.
Come è possibile che una società a stragrande maggioranza cattolica partorisca
Cosa nostra e stidde, ’ndrangheta, camorra e Sacra corona unita?
Un interrogativo del genere ne coinvolge, a valanga, molti altri. Impegnativi
e impertinenti. E questo potrebbe spiegare perché lo si è posto assai
raramente. Per rispondere, l’autore ha enucleato i tratti essenziali della
teologia dei mafiosi; ha scoperto preoccupanti rassomiglianze con la teologia
“cattolico-mediterranea”; ha delineato, per sommi capi, una teologia critica
“oggettivamente” alternativa rispetto alla visione teologica mafiosa.
Questo percorso intellettuale affronta gli aspetti culturali di un fenomeno
complesso come la mafia e si rivela utile per ampliare l’analisi scientifica
e per affinare le strategie di prevenzione e di contrasto.
Augusto Cavadi giornalista e teologo (Palermo, 1950; www.augustocavadi.eu)
svolge attività di insegnamento e di consulenza filosofica presso scuole,
università e altre istituzioni culturali. Collabora con Repubblica
(Palermo), Narcomafie (Torino) e altre testate. Curatore de Il
Vangelo e la lupara. Materiali su Chiese e mafia, 2 voll. (Bologna
1994), è considerato fra i maggiori esperti del rapporto fra cattolicesimo
e associazioni criminali. È autore tra l’altro di: La mafia spiegata
ai turisti (Trapani 2008; trad. francese, spagnola, inglese, tedesca
e giapponese 2008); Come posso fare di mio figlio un uomo d’onore?
(Trapani 2008).
Introduzione
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