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L'ascolto
che sana
Collana: paginealtre
Autore: J. C. Bermejo
Pagine: 136
ISBN: 88-89197-26-9
Prezzo: Euro 16,00
Introduzione
Ci sono momenti in cui non ascoltiamo ed altri in cui rimaniamo storditi
dalla troppa attenzione che abbiamo verso ciò che ascoltiamo.
Sicuramente non ascoltiamo abbastanza alcune voci che sussurrano dentro
di noi e che ci parlano di come stare meglio, di come essere più
felici, di come vivere più in pace con noi stessi o di come prenderci
cura del nostro corpo e del nostro spirito. Può darsi che non ascoltiamo
nemmeno in maniera dovuta le persone vicine, chi vive con noi, chi, con
le sue parole, con il suo silenzio, con i suoi movimenti e con tutto il
suo linguaggio non verbale, è possibile che ci parli di come si
sente, di chi è, di quello che desidera, di ciò che lo fa
soffrire, di quello che sogna, di quello che spera...
Forse – anzi, sicuramente è proprio così – non
ascoltiamo nemmeno coloro che vivono ai margini o, ancora, più
al di là dei margini, nei luoghi di non-vita, di esclusione, di
povertà, di silenzio e di oppressione.
Il fatto è che ascoltare è veramente difficile. Farlo realmente
produce un certo panico o vertigine.
Significa rischiare di incontrarci con un’altra persona distinta:
con se stessi. Incontrarsi davvero può perturbare il nostro regolato
benessere di persone che sopravvivono in un viaggio senza meta.
“Vivere ascoltando” significa mettersi in gioco per la comunione,
lasciarsi sorprendere, appassionarsi alla prossimità. “Vivere
ascoltando” significa scommettere di essere fedele all’insegnamento
della realtà. Che insegnamento! Insegna con la sua schiacciante
verità, invitando... al realismo, ad essere svegli, a constatare
come sono le cose nella loro bellezza e nella loro bruttezza, alla contemplazione
delle meraviglie del mondo e al rifiuto dell’ingiustizia o dell’oppressione
di alcuni ai danni di altri. Essere fedeli all’insegnamento della
realtà provoca creatività. Libera la solidarietà
a partire dall’intelligenza del cuore. La fedeltà alla realtà
muove più facilmente l’energia dei sentimenti in grado di
risvegliare i valori che la ragione, di per se stessa, non sempre scopre
o mette in moto. Questo libro è nato dall’ascolto e dalla
riflessione. Dall’ascolto di me stesso, da quello che mi succede
quando mi avvicino alla sofferenza, dalla riflessione che mi genera l’incontro
con il dolore altrui e dall’eco che ha in me. In queste pagine il
lettore può trovare continuità con quanto ha potuto leggere
in Relacion de ayuda. En el misterio del dolor (San Pablo 1996) e Humanizar
el encuentro con el sufrimiento (Desclée de Brouwer 1999), perché
la struttura del libro viene conservata: capitoli brevi che nascono dalla
riflessione di un’esperienza di incontro con una situazione di particolare
sofferenza. La seconda parte però ha un’altra natura. All’interno
di un gruppo multidisciplinare, mediante posta elettronica e con il trascorrere
dei giorni, siamo andati tessendo una “tavola rotonda” sul
tema della sofferenza, visto dal punto di vista della fede, con la finalità
di generare un pensiero dinamico su un argomento tanto controverso ed
il cui risultato è rimasto scolpito in queste pagine.
Se è certo che l’ascolto ha un potere terapeutico, spero
che la lettura di questo libro risulti una salutare esperienza per chi
è interessato al prossimo e tenta di comprendere il proprio mondo
interiore, riflettere con lui e su di lui cercando il miglior modo di
uscire per andargli incontro.
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