Prestazioni sociali e parità di trattamento tra cittadini italiani e di Paesi terzi Il lavoro ritorna sul tema dibattuto della parità di trattamento tra cittadino e straniero in relazione all’erogazione di servizi e prestazioni sociali, soffermandosi innanzi tutto sugli sviluppi più recenti della giurisprudenza costituzionale e sui limiti cui può andare incontro la discrezionalità del legislatore quando introduce requisiti ulteriori a carico dello straniero per il godimento di determinati benefici. Il diritto dell’Unione europea può, a sua volta, fornire un contributo importante nell’ottica del rafforzamento delle tutele del cittadino di un Paese terzo, grazie anche all’efficacia diretta riconosciuta ai divieti di discriminazione previsti in alcune direttive. Sommario: 1. Premessa: art. 3 Cost. e straniero. 2. Prestazioni sociali dirette a soddisfare diritti anche non fondamentali, legame col territorio e principio di ragionevolezza. 3. Segue: esigenze finanziarie, misure “polifunzionali” e discrezionalità del legislatore. 4. Parità di trattamento nel diritto UE: il quadro normativo. 5. Segue: le ricadute sul nostro ordinamento. 6. Notazioni conclusive. Per approfondire: federalismi.it. Sul tema vedi anche: Vademecum antidiscriminazione. La guida pratica di ASGI. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTO MODI.