Data di pubblicazione: 08/04/2023
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Consiglio Superiore Sanità. Revisione accesso alle cure odontoiatriche nel SSN

L’odontoiatria è uno dei settori nel quale si registra il maggior tasso di rinuncia alle cure per motivazioni di natura economica. Un quadro che potrebbe ulteriormente aggravarsi se si considerano le previsioni sul futuro demografico del nostro Paese. Un dato interessante che emerge dal rapporto sulle Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea evidenzia che il 5.7% dei cittadini con più di 15 anni e il 5.7% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni non ha effettuato visite o trattamenti dentistici per motivazioni di natura economica (nei dodici mesi precedenti l’intervista). Si rileva inoltre, che il 13% dei cittadini con più di 15 anni e il 19.6% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni ha effettuato le prestazioni odontoiatriche in ritardo o non le ha effettuate per motivi di lista di attesa (nei dodici mesi precedenti l’intervista).

Si confermano le note disuguaglianze territoriali a svantaggio della zona del Sud Italia e delle Isole. Inoltre, solo il 4.5% dei cittadini con più di 15 anni e il 5.7% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni si sono rivolti ad una struttura pubblica per cure odontoiatriche ricorrendo a strutture private convenzionate o a studi odontoiatrici gestiti da liberi professionisti (rispettivamente il 95.5% dei cittadini con più di 15 anni e il 94.3% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni) pur dovendo sostenere interamente il costo della prestazione (86.1% dei cittadini con più di 15 anni e l’87.2% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni). A integrazione di quest’ultimo punto, il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, mostra che, nell’ambito della spesa sanitaria privata, le spese sostenute per visite specialistiche ed interventi hanno un peso prevalente (41.5%) sul totale della spesa a carico dei privati e che tale spesa (33%) è sostenuta dai cittadini prevalentemente presso medici odontoiatri, confermando il trend degli anni precedenti. Tutto quanto sinora esposto conferma che esiste una quota parte della popolazione che ancora oggi, rinuncia alle cure odontoiatriche principalmente per problemi economici e che la maggior parte dei cittadini si rivolge a strutture private convenzionate o a studi odontoiatrici gestiti da liberi professionisti per l’erogazione di tali prestazioni.

Le proposte del CSS. Sarebbe opportuno rivedere ed eventualmente integrare gli attuali criteri di individuazione della condizione di “vulnerabilità sanitaria” e “vulnerabilità sociale” dei cittadini anche valutando l’opportunità di aumentare il numero dei codici di esenzione che possano accedere ai LEA odontoiatrici. Si ritiene necessaria un’azione di revisione dell’attuale Nomenclatore tarifarrio (aggiornamento, ampliamento, rimodulazione e/o modifica del set di prestazioni odontoiatriche che dovrebbero essere incluse nei LEA odontoiatrici) fatta salva la salvaguardia dell’onere di compartecipazione alla spesa – ticket – per l’utenza. Sempre nell’ambito del “Nomenclatore prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale” si osserva che i costi dei manufatti protesici/ortodontici sono totalmente esclusi dall’elenco dei LEA odontoiatrici rimanendo di fatto, totalmente a carico al cittadino. Ciò costituisce una criticità non soltanto per i pazienti con età superiore ai 65 anni maggiormente soggetti a edentulia ma anche per un’ampia categoria di pazienti oncologici o pazienti che presentano esiti di traumi facciali che dovrebbero poter essere riabilitati con protesi supportate da impianti accedendo direttamente ai LEA. Per questo motivo, si potrebbe prevedere l’utilizzo di protesi rimovibile supportata o meno da due fixtures o riabilitazioni implanto-protesiche mini-invasive sia dal punto di vista biologico che economico (ad esempio tecnica all-on-four). Rispetto alla normativa attualmente in vigore, tra i destinatari dei LEA odontoiatrici, le donne in gravidanza, pur senza limiti di reddito, possono accedere solo all’ablazione del tartaro e all’insegnamento dell’igiene orale. Si ritiene di estendere a tale categoria di soggetti tutte le prestazioni odontoiatriche ricomprese nei LEA. Infine, occorre ricordare che il D.P.C.M. 12 gennaio 2017 definisce con i LEA oltre alle attività, ai servizi e alle prestazioni garantite ai cittadini con le risorse messe a disposizione dal Servizio sanitario nazionale, anche tutte le attività di prevenzione rivolte alla collettività e ai singoli. Tuttavia, ancora oggi, oltre ad una generalizzata carenza di programmi di promozione della salute orale, sono pochi i cittadini che, pur avendone diritto, sono a conoscenza della sussistenza dei LEA odontoiatrici. Occorrerebbe dunque, una maggior campagna di comunicazione e di sensibilizzazione delle categorie più fragili.

Sul tema, nel sito, vedi anche: ASUR Marche. Programma regionale assistenza odontoiatrica - Cure odontostomatologiche. Presa in carico del paziente con bisogni speciali

Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali.

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