Attuare i diritti sociali: l’offerta pubblica non è un “optional” Elena Granaglia discute la tesi, molto diffusa, secondo cui il welfare oggi avrebbe molto da guadagnare da un’estensione della produzione privata dei servizi sociali. Focalizzando la propria attenzione sul welfare aziendale e sui Social Impact Bonds, Granaglia sottolinea i rischi di una tensione con i diritti sociali di cittadinanza, e indica le ragioni che rendono persistente la necessità dell’offerta pubblica, ancorché in configurazioni radicalmente diverse da quelle oggi predominanti. Con lo sviluppo della cosiddetta “terza via”, l’idea che il welfare abbia da guadagnare da un’estensione della produzione privata nei servizi sociali associata a un rafforzamento della funzione pubblica di regolazione, è andata diffondendosi anche a sinistra. Assieme a tale estensione vengono invocati sia il mantenimento di un finanziamento pubblico integrale, come nel caso delle esternalizzazioni dei servizi, sia l’espansione di configurazioni miste di finanziamento pubblico/privato, come nel caso delle agevolazioni fiscali al welfare. In entrambi i casi, l’idea di fondo è che l’estensione della produzione privata, lungi dal costituire un problema, possa contribuire alla promozione dei diritti sociali che i Welfare state basati sulla produzione pubblica, da soli, non sarebbero più in grado di garantire. La domanda che pongo è se sia effettivamente così oppure se l’estensione della produzione privata non metta a repentaglio il senso stesso dei diritti sociali. Approfondisci in eticaeconomia.it. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO CON IL 5 x 1000. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTO MODI. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.