Data di pubblicazione: 24/02/2024
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Guerra, diritto, vulnerabilità

Richiamare i corpi, la loro vulnerabilità e il lutto dovrebbe permetterci di costruire una narrazione che ponga al centro le vittime della guerra. La propaganda bellicista e la retorica militarista lavorano per nascondere o, all’inverso, per spettacolarizzare il dolore. Ribaltare lo sguardo consente di capire e sentire che cos’è la carneficina di massa e ci permette anche di valutare i suoi effetti transgenerazionali, il suo impatto sul futuro e non solo sul presente: dall’amplificazione di una cultura dell’odio, ai danni economici, sul welfare, sulla salute. 

La guerra contemporanea coinvolge la popolazione civile, distrugge le infrastrutture sociali, sanitarie, scolastiche. Ha un impatto di lungo periodo sull’ambiente, a livello locale e globale. E ciò non solo quando è combattuta, ma anche quando è preparata dall’industria degli armamenti. La conta dei morti e dei feriti, di per sé, è impressionante: solo a Gaza, la reazione israeliana al terribile attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023 e alla conseguente presa di ostaggi civili ha già causato 28.430 morti e 67.984 feriti, secondo il Ministero della salute di Gaza. Secondo l’Onu, il 70 per cento delle vittime sono donne o minori. In Ucraina sono stati uccisi circa 10.000 civili e i feriti sono decine di migliaia, senza considerare i militari (alcune stime hanno contato circa 500.000 morti e feriti; si tratta spesso di giovani uomini obbligati alla leva). In dieci anni di guerra in Siria, dal 2013 al 2023, sono state uccise più di 300.000 persone. Sono stati stimati 4.360 morti solo nel 2023. Tuttavia, solo se si guarda all’estensione degli effetti prodotti dalla guerra, si riesce a capirne tutte le implicazioni e a soffermarsi sul lutto, sul dolore e sulla devastazione che questa carneficina porta con sé. Approfondisci in Salute Internazionale. 

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