L’affidamento familiare e l’accoglienza nei servizi residenziali per minorenni risultano in lieve ripresa. Lo rivelano i dati del monitoraggio sui bambini e i ragazzi accolti in affidamento familiare e nei servizi residenziali per minorenni, aggiornati al 2021 e riportati nel numero 56 della collana del Ministero del lavoro e delle politiche sociali Quaderni della ricerca sociale.
Vediamo nel dettaglio alcune delle principali evidenze che emergono dalla rilevazione, promossa dal Ministero in collaborazione con le Regioni e le Province autonome e realizzata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze.
Bambini e adolescenti accolti in affidamento familiare. A fronte di un calo, nel 2020, del numero di bambini e ragazzi in affidamento familiare (12.815), nel 2021 si ritorna a una quota superiore alle 13 mila unità con un valore pari a 13.248, che rappresenta l’1,4 per mille della popolazione minorile residente in Italia.
Le regioni in cui l’affidamento familiare risulta più diffuso con valori pari o superiori ai 2 casi per mille sono la Liguria e il Piemonte, mentre sul fronte opposto con valori inferiori a un affidamento ogni mille residenti si trovano il Friuli-Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Bolzano e la Campania.
In merito all’età degli accolti, la distribuzione nei diversi territori conferma la sostanziale prevalenza di preadolescenti e adolescenti. «Le classi d’età più rappresentate – si legge nel testo - risultano la 11-14 con un’incidenza del 30% e la fascia 15-17 anni (28%), che pone con forza il tema dell’adeguato accompagnamento verso percorsi di autonomia, da costruire tempestivamente prima del raggiungimento del diciottesimo anno di età».
Bambini e adolescenti accolti nei servizi residenziali per minorenni. Secondo le stime del documento, nel 2021 si registrano 14.081 bambini e ragazzi di 0-17 anni accolti nelle comunità residenziali, al netto dei minori stranieri non accompagnati. «Un valore in leggera ripresa e in linea rispetto ai dati rilevati negli ultimissimi anni a conferma di una relativa stabilizzazione dell’accoglienza nei servizi residenziali per minorenni successiva ad una prima stagione caratterizzata da una decisa diminuzione degli stessi che si è protratta sino al 2010 e una seconda stagione di oscillazioni attorno agli 11-12mila casi».
La distribuzione territoriale dei tassi di accoglienza dei bambini e dei ragazzi allontanati dal nucleo familiare di origine e collocati nei servizi residenziali per minorenni evidenzia una certa eterogeneità regionale: si oscilla dai valori superiori a 2 per mille in Puglia, Sardegna, Liguria e Sicilia a valori sensibilmente inferiori all’1 per mille in Valle d’Aosta, Calabria e Umbria.
La distribuzione di frequenza si concentra nella classe d’età più alta dei 15-17, che copre quasi la metà dei presenti a fine anno (48%). A seguire si posizionano le classi d’età 11-14 (20%) e 6-10 (15%), mentre del tutto residuali risultano le incidenze che interessano la classe di 0-2 anni (7%) e di 3-5 anni (9%).
«La distribuzione per classe d’età degli accolti è fortemente influenzata dalla crescente presenza straniera e della sua componente non accompagnata, che trova accoglienza quasi esclusivamente nei servizi residenziali. Più in generale l’elevata incidenza straniera incide e indirizza gran parte delle caratteristiche degli accolti. Poco meno del 40% dei bambini e ragazzi sono di cittadinanza straniera, un valore doppio rispetto all’incidenza rilevata nel 1998 (18%)».
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Vedi anche
Linee di indirizzo per l’affidamento familiare
Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali
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