Le politiche sociali nei governi nella xviii legislatura 2018-2022 e nella xix legislatura A seguito della lettura e dell’analisi dei provvedimenti in merito alle politiche sociali, si ritiene di sottolineare che i Governi espressi nella XVIII legislatura, pur nella discontinuità della loro esistenza, hanno complessivamente svolto un percorso volto ad un obiettivo comune: promuovere, organizzare e sviluppare il sistema di welfare italiano, sia con le leggi di bilancio (con provvedimenti che hanno inciso sostanzialmente sulle politiche per la famiglia ed i minori, per i giovani, per le persone con disabilità, per le persone non autosufficienti, per la lotta ed il contrasto alla povertà, per la strutturazione dei servizi sociali e degli assistenti sociali), sia con un ventaglio di provvedimenti sul piano della programmazione sociale (due piani sociali nazionali, due piani per la lotta ed il contrasto alla povertà, due piani per la non autosufficienza, un piano per la famiglia) proiettati verso un respiro di pluriennalità e di costante incremento dei finanziamenti, sia sul piano della costruzione di un sistema istituzionale con leggi deleghe. Lo scenario di fondo è comunque dato dal pieno rispetto della Costituzione con l’impegno di promuovere e sviluppare le conseguenti politiche sociali, nell’osservanza dei principi costituzionali già sopra indicati. Il Governo della XIX legislatura ha affrontato il complesso perseguimento delle politiche sociali secondo specifiche priorità che sono state: eliminazione del Reddito di Cittadinanza; recrudescenza delle politiche di contrasto all’immigrazione irregolare; revisione dell’assetto istituzionale con il regionalismo differenziato, con gravissime ripercussioni sul sistema di welfare. A fronte di tali priorità, lo scenario di fondo è quello della colpevolizzazione dei poveri, degli immigrati, delle Regioni che con minori risorse non riescono ad attuare le politiche, e di stravolgere l’osservanza ed il rispetto dei diritti costituzionalmente tutelati, sostituita dalla politiche paternalistiche e concessorie, basate sull’estemporaneità e sulla mancanza di strumenti di programmazione, pur avviati dai precedenti Governi. Sono avviate azioni ed interventi sociali che si rivolgono direttamente ai cittadini, come ad esempio la card “dedicata a te”, che, bay passando il sistema istituzionale che si basa sul decentramento istituzionale ed amministrativo, in effetti non osserva l’art. 97 della Costituzione, che garantisce l’imparzialità e l’anonimia della Pubblica Amministrazione. Si sottolinea altresì che l’impegno assunto con la costituzione della Cabina di regia per la definizione dei LEP, non risulta sia stato soddisfatto, e alcuni Piani sociali sono scaduti. Molti provvedimenti sono stati adottati sulla scia obbligatoria di quanto già avviato dai precedenti Governi, e l’incombenza del regionalismo differenziato blocca in anticipo, in mancanza della definizione dei LEP, impegno pur assunto nella legge di bilancio 2023, pone gravi prospettive sullo sviluppo delle politiche di welfare. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO CON IL 5 x 1000. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTO MODI. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.