Data di pubblicazione: 17/10/2025
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ASGI. Invertire la narrazione: riconoscere e rafforzare le risorse dei minori stranieri non accompagnati

L’assoluta mancanza di lungimiranza che ha caratterizzato l’azione dell’attuale governo in tema di immigrazione, a dispetto dei continui interventi di riforma, risulta ancor più evidente quando si parla di minori stranieri non accompagnati. Vedi nel sito di ASGI

L’art. 31 della Costituzione impone allo Stato di proteggere “la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”, ma si tratta di disposizione troppo spesso dimenticata.

L’attuale Governo ha mostrato grande preoccupazione per i bambini e i giovani che ancora devono nascere, rinominando il vecchio – ed evidentemente ormai obsoleto – Ministero per le pari opportunità in Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità; manca però qualunque forma di reale e concreto interesse per i minori – tutti, italiani o stranieri – che già esistono.

In particolare sulla gestione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), l’attuale politica incentiva la marginalità piuttosto che la protezione.

Da un lato rileviamo una grave carenza di lungimiranza e di risorse nel sistema di accoglienza e integrazione (SAI) che subisce di fatto un progressivo smantellamento mentre si amplia l’uso di Centri di Accoglienza Straordinaria per adulti anche per i MSNA. Preoccupante l’incremento esponenziale delle diagnosi psichiatriche tra i giovani adulti, a fronte di carenza di risorse nei servizi essenziali, come la neuropsichiatria infantile e un sistema di giustizia minorile incentrato sulla repressione (a seguito del “Decreto Caivano”), il malfunzionamento degli istituti di pena, l’uso eccessivo di psicofarmaci, e i casi di maltrattamento.

Servono più comunità educative e vicine ai punti di riferimento affettivi, con operatori specializzati e formati, che abbiano contratti adeguati che ne consentano una continuativa presenza nelle strutture; troppo pochi oggi sono i servizi specialistici etnopsichiatrici e quasi mai si trovano mediatori culturali presso comunità  e servizi pubblici di riferimento, senza contare l’insufficiente coordinamento tra il carcere e l’esterno.

Serve un cambio di prospettiva che si fonda in una valutazione integrata, complessa, completa, lungimirante, del tutto incompatibile con l’istituzionalizzazione attualmente perseguita, che genera solo ulteriore devianza, con gravissime ricadute anche sulla collettività.

La narrazione va invertita: i ragazzi non sono problemi a cui far fronte in modo semplicistico, bensì portatori di risorse potenziali che occorre riconoscere e rafforzare, con strumenti nuovi e occhi diversi.

Vedi anche, Come procede l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati

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Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali.

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