Disabilità. I tagli preventivi del Comune di San Paolo di Jesi
Il Comune di San Paolo di jesi ha inaugurato la stagione dei tagli preventivi confermando la grande attenzione dell’amministrazione nei confronti dei soggetti più in difficoltà. Nei giorni scorsi ha infatti disposto la sospensione di un servizio educativo domiciliare rivolto ad una minore con disabilità motivandolo con i probabili tagli cui sarà sottoposto il Comune nel 2011. In previsione dunque della prevedibile riduzione del finanziamento il Comune si cautela e non trova cosa migliore che sospendere preventivamente il servizio. Servizio che evidentemente risponde ad un bisogno. Esigenza, certificata dai competenti servizi della Zona territoriale, che dunque il Comune ritiene autonomamente di disattendere.
Ma quanto spendeva il Comune di San Paolo di Jesi per questo intervento? Circa 3500 euro l’anno (per 4 h settimanali di servizio). Su questa cifra riceve una compartecipazione della Regione di circa il 10%, ai quali si aggiunge un fondo vincolato per la domiciliarità che nel 2009 (quando questa tipologia di servizi non erano erogati dal Comune) è stato pari a circa 1700 euro; pari cifra dovrebbe essere erogata per l’anno 2010. Dal 2008, inoltre, gode come tutti i Comuni del territorio di un contributo della Zona 5 anche per i servizi domiciliari che nel 2009 è stato complessivamente di circa 5500 euro. Dunque un Comune che eroga un servizio che costa meno di 300 euro al mese, sul quale riceve i finanziamenti sopra indicati (alcuni dei quali vincolati e inutilizzabili per altri interventi) ha anche la spudoratezza di sospendere preventivamente un servizio di questo tipo. Va ricordato che San Paolo di Jesi è uno dei Comuni della gestione associata che spende meno per la disabilità (nel 2009 circa 23.000 euro a fronte di contributi pari a circa 13.000). Nulla se rapportato alla spesa, ad esempio, di un Comune come Castelbellino (4600 abitanti) che ne spende quasi 220.000 (ricevendone circa 80.000)
La differenza, come si può vedere, non sta solo nel nascere in una zona o in un’altra d’Italia, ma anche in un Comune o in un altro dello stesso territorio. E come sempre accade chi meno fa, meno intende fare ed è pronto per fare questo a trovare ogni motivazione, utilizzando in questo caso l’alibi dei tagli.
Al Comune di San Paolo di Jesi chiediamo, pertanto, un sussulto di dignità ripristinando con la massima urgenza il servizio che è stato maldestramente tolto.
Gruppo Solidarietà, Anffas Jesi, Il Mosaico, Uildm Ancona
25 gennaio 2011