Articolo di Appunti (Accesso libero)
Articolo pubblicato sul numero 250, 1/2025
gennaio-marzo 2025
Le contraddizioni dell’inclusione. I servizi socio-educativi per la disabilità tra criticità e prospettive
Matteo Schianchi
Tipologia: Articolo
L’intento del volume è fornire, a chi studia e ai professionisti, analisi e chiavi di lettura utili per comprendere meglio la posta in gioco, le trappole e gli effetti del lavoro all’interno dei Servizi per la disabilità. Con una prospettiva multidisciplinare si affrontano una serie di questioni attuali e al tempo stesso antiche, sedimentate nelle premesse formativo-professionali e con-cretamente operanti nei modi di fare e di pensare il lavoro sul campo
Domande irrinunciabili
Il diritto di tutte le persone con disabilità, comprese quelle in situazioni complesse, di non essere ridotte ai loro bisogni, costruire socialità, scegliere, non essere segregate. Le continue logiche e pratiche quotidiane di inferiorizzazione delle persone con disabilità nella loro quotidianità, all’interno dei Servizi, nelle occasioni ludiche, in vacanza. La lunga e continua messa in pratica di politiche che assoggettano le famiglie alle condizioni di disabilità, misure di sostegno, dispositivi che considerano le persone come deficitarie, anziché esseri sociali e desideranti in qualsiasi condizione si trovino. La necessità di sottrarre il lavoro quotidiano all’interno dei Servizi da rapporti di potere e forme di diminuzione che cristallizzano le persone nel loro essere deficitarie. Il bisogno di ripensare il lavoro quotidiano all’interno dei Servizi come occasione capace di costruire nuovi scenari umani e sociali, sottraendolo anche a tutte le forme di precariato e assoggettamento a cui sono sempre più sottoposti i lavoratori del sociale.
Sono questi, in sintesi, i grandi temi che attraversano il volume, i cui capitoli sono stati realizzati da esperti e studiosi che approdano alle questioni della disabilità, e alla condivisione dei nodi critici sopra espressi, a partire da formazioni ed esperienze diverse, eterogenee. Non è stato, tuttavia, difficile costruire un terreno comune legato alle criticità e all’elevata posta in gioco da affrontare se si intende andare realmente verso forme di emancipazione delle persone con disabilità. Del resto, i Servizi operano sempre delle scelte rispetto alla cosiddetta utenza. Quale strada intendono percorrere: soddisfazione dei bisogni primari, assistenzialismo, custodia, segregazione, proiezione verso il futuro e verso forme di autodeterminazione?
Oltre alle questioni politico-organizzative che stanno coinvolgendo la proroga della legge delega sulla disabilità, in questo testo si affrontano questioni che, in un certo senso precedono le dinamiche sulle quali si è costruita questa recente, drammatica, impasse. Non a caso il volume intende rivolgersi a chi studia e chi lavora in tutta la filiera dei servizi per porre questioni che normalmente sono passate sotto silenzio adottando logiche ora gestionali, ora ideologiche ora burocratico-normative attraverso le quali non è possibile realizzare alcuna forma di emancipazione. È allora necessario mettere a tema, e confrontarsi, sui ruoli e sulle culture che i professionisti dei servizi (anche all’interno delle dinamiche di svilimento del lavoro socio-educativo), il dibattito pubblico e l’Università stessa intendono frequentare e proporre. Questi temi di fondo sono affrontati nel capitolo introduttivo (Matteo Schianchi).
Posizionarsi su questo terreno significa considerare lo stesso concetto di inclusione, come non tradisce il titolo, come critico e continuamente a rischio di retorica e di essere recuperato da istanze e meccanismi che, in realtà, la annacquano o la procrastinano continuamente.
La prefazione di Cristina Palmieri, nel sottolineare la natura tanto scientifica quanto militante del volume, pone la questione delle contraddizioni insite anche nella stessa idea e nelle stesse rappresentazioni sociali dell’inclusione: un costrutto ambiguo, che al tempo stesso richiama e rifugge dal concetto e prima ancora dalle pratiche di esclusione sociale, nascendo tuttavia dallo stesso alveo culturale e dalla stessa logica dicotomica e polarizzante che semplifica la complessità della vita per cui, sulla base di categorizzazioni e tassonomie umane e sociali spesso implicite, si esclude dal mondo comune per includere in luoghi a parte (ospedali, manicomi, carceri, istituti, ma anche RSA, centri diurni, ecc.), oppure si include qualcuno/a in categorie fluttuanti a seconda della moda del momento esponendolo/a ad un costante e inevitabile rischio di esclusione.
Benedetto Saraceno, studioso di caratura internazionale con una lunga pratica in ambito psichiatrico fin dai tempi di Basaglia, delinea gli elementi decisivi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in termini di princìpi e di pratiche da mettere effettivamente in atto. Si tratta cioè di modificare profondamente la presa in carico stessa della disabilità, nella quotidianità e in un più ampio orizzonte di vita delle persone. Il suo testo permette anche di articolare i legami tra le disabilità di cui ci si occupa in questo volume e quelle di natura psichiatrica.
Carlo Francescutti, studioso e professionista nel campo delle disabilità intellettive, analizza alcune questioni critiche rispetto alla definizione di disabilità della Convenzione e alcuni suoi presupposti. La sua analisi si concentra su alcune ineludibili situazioni e pratiche quotidiane che pongono le disabilità intellettive in età adulta. Tali condizioni rendono evidente la necessità di dotarci di strumenti teorici e pratici centrati sulla reale esperienza delle persone e sulle loro biografie, dimensioni che vanno oltre quella dei diritti, uscendo anche da una dimensione ideologica che questi assumono nei discorsi che circondano il lavoro nei servizi e le stesse persone con disabilità.
Stefano Onnis, con un approccio di tipo antropologico, attraverso le sue note sul campo e una loro analisi, fornisce chiavi di lettura importanti per osservare, comprendere e analizzare quanto accade nei Servizi, quotidianamente (a partire da esperienze realizzate a Roma). Dall’analisi emergono gli innumerevoli impliciti che segnano la relazione educativa e personale con le persone con disabilità. Queste articolazioni riproducono continuamente, nelle relazioni, percezioni e un immaginario in cui il mondo dei Servizi, incrocia l’ordinaria quotidianità del mondo esterno. Ci sono anche gli universi familiari (continuamente decisivi nell’esistenza degli adulti con disabilità) che ruotano sia attorno ai figli sia agli stessi operatori. La continua diminuzione delle persone con disabilità intellettive, non può che interrogare le pratiche e le posture, quotidiane e istituzionalizzate delle figure socio-educative e dei Servizi stessi.
Maria Turati, assistente sociale con una formazione specifica dottorale legata al lavoro sociale e alla personalizzazione dei Servizi, affronta il tema delle relazioni di potere che si istituiscono tra operatori e persone con disabilità, soprattutto quelle con disabilità intellettive che, del resto compongono la gran parte delle persone che frequentano i servizi. Queste persone, in un certo senso, sono il tema principale di tutto il volume. Dei rapporti e delle dinamiche di potere se ne individuano i presupposti, che stanno nella cultura stessa dei professionisti, e gli esiti concreti che si esprimono in una serie di dimensioni che producono barriere di diversa natura. Si tratta allora di partire dalla condizione di disparità (non etico-morale, evidentemente) che si produce, continuamente, all’interno dei Servizi e nelle relazioni per costruire, intenzionalmente, le condizioni in cui le persone adulte con disabilità intellettive siano nella condizione di poter partecipare, di sentirsi liberi nella relazione di essere sé stesse.
Edgar Contesini, con una lunga esperienza di educatore in servizi per la disabilità, si interroga sulle evoluzioni di questi ultimi e su molti dei meccanismi che ostacolano la partecipazione e l’espressione delle persone. È uno sguardo interno ai Servizi, quello dell’educatore, figura tanto necessaria quanto svilita su numerosi fronti. È anche uno sguardo sui vincoli, sulle procedure che definiscono, nel lavoro quotidiano, tanto le persone con disabilità, quanto le stesse figure educative, le loro posture più o meno consapevoli. Le criticità, reali ed esistenziali, in cui si trovano gli uni e gli altri sono l’occasione per affermare (dall’interno, e senza aspettare il permesso e la delega di altri) la necessità che gli educatori e le educatrici si facciano carico, in prima persona, di una loro formazione continua, di un’analisi collegiale sul loro operato, di una consapevole presa di parola sull’essere portatori di una propria specifica cultura e professionalità.
Giovanni Merlo, da tempo impegnato in ambito associativo all’interno di Ledha per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, affronta i meccanismi di funzionamento, all’interno del sistema di welfare nazionale e locale, dei servizi socio-educativi. Per chi vi opera è certamente necessario conoscere le premesse e le maglie della loro strutturazione, giacché rientrano a capo fitto nelle pratiche quotidiane. Tali argomentazioni sono ulteriormente l’occasione per tornare: sia alla storia e alle logiche che determinano il funzionamento dei Servizi anche quando si ragiona di diritti e di deistituzionalizzazione, sia per evidenziare, a partire da evoluzioni e casi specifici, la piega neoliberista che ha assunto l’erogazione dei servizi, le logiche che li sottendono.
Si chiude con la riflessione da parte di due voci esperte e competenti in termini di lavoro e riflessione sul lavoro socio-pedagogica nel campo della disabilità, Carlo Francescutti e il pedagogista Mario Paolini, intorno ad alcuni temi decisivi che stanno dentro il lavoro con le persone con disabilità. Si tratta di un ambito professionale complesso, ricco di scogli e sfide e nel contempo auspicabile, a patto di sceglierlo seriamente.
A distanza di qualche mese dall’uscita del volume, alcune occasioni formative e seminariali di cui è stato oggetto, hanno fatto emergere l’interesse e le sfide lanciate dai temi di questo volume. Un buon avvio