Data di pubblicazione: 26/06/2024
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Autonomia differenziata. Pagine bianche (e grigie) del Rapporto finale del Comitato per individuazione dei Lep

In, federalismi.it. di 

Il combinato disposto fra la legge Calderoli e la legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022, art. 1, commi 791-801) ha negato ogni presupposto di trasversalità politica e territoriale al percorso di determinazione dei Lep. Una volta profilata la natura tecnica dell’attività occorrente, ne ha provocato le inevitabili conseguenze sul duplice piano politico-legislativo e del sistema delle fonti: da un lato, ha accantonato il ruolo compromissorio proprio del Parlamento; dall’altro, ha marginalizzato la classificazione dei Lep, riservandone la fissazione all’esclusivo impiego del DPCM. Il conseguente lavoro istruttorio affidato al Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni ha proseguito secondo la medesima impostazione, operando su un piano di estremo pragmatismo, accorto a evitare ogni approfondimento delle ragioni costituzionali dei Lep. Un tale tecnicismo, tuttavia, non ha retto alla prova della concreta definizione dei criteri di selezione e della conseguente relativa applicazione. E così, sotto il manto dell’apparente neutralità di metodo e di merito ha preso corpo un conflitto irrisolto fra due opposte concezioni, orientate verso una selezione in senso restrittivo, ovvero maggiormente estensivo. Un conflitto che, proprio perché irrisolto, ha lasciato aperta la via a una conclusione unilaterale e operante in senso duplice e speculare: restrittivo, con riguardo al numero dei Lep da selezionare; estensivo, con riguardo al novero degli ambiti di materie da non vincolare, tale da accentuare (per giunta con effetto immediato ai sensi dell’art. 4 del disegno Calderoli) gli spazi disponibili per la differenziazione territoriale delle politiche pubbliche ai danni delle regioni non richiedenti. Il tutto, a discapito non solamente della credibilità e della coerenza del lavoro esposto dal Rapporto finale, quanto soprattutto della certezza, della trasparenza e della coerenza costituzionale dei criteri da impiegare, tali da aprire la via a una determinazione dei Lep aleatoria.

Parole chiave: Titolo V; regionalismo; autonomia differenziata; Lep; legge Calderoli; Rapporto finale» del Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni

Sommario: 1. Premessa: l’aleatorietà delle garanzie a tutela dell’unitarietà della forma di Stato sociale offerte dall’attuale processo di differenziazione regionale. 2. Discontinuità e marginalità del processo di determinazione dei Lep. 2.1. (segue): lo strappo politico-istituzionale nel percorso di trasformazione della forma di Stato regionale e sociale del Paese: la nuova conflittualità politico-territoriale. 2.1.1. (segue): l’elusione del ruolo compromissorio del Parlamento e la marginalizzazione con DPCM dell’opera di determinazione dei Lep. 2.2. (segue): lo strappo tecnico-scientifico nel percorso di trasformazione della forma di Stato regionale e sociale del Paese. 2.2.1. (segue): la fittizia neutralità ideologica professata dal Clep: il piano del metodo. 2.2.2. (segue): la fittizia neutralità ideologica professata dal Clep: il piano del merito. 2.2.3. (segue): la fittizia neutralità ideologica professata dal Clep: le proposte di selezione restrittiva dei Lep e il ruolo politico della Commissione tecnica fabbisogni standard. 3. I rischi di una selezione restrittiva dei Lep. 4. La perduta terzietà della Commissione tecnica fabbisogni standard, quale nuova Camera delle Regioni autolegittimata a riscrivere le pagine bianche del «Rapporto finale».

Vedi anche: Autonomia differenziata. La legge 86/2024 con analisi e commenti.

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