La condizione delle comunità rom e sinti in Italia: rapporto 2024 “Bagliori di speranza” non è solo un titolo evocativo, ma la sintesi di un processo storico in corso, come spiega, nell’introduzione al rapporto, Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 Luglio. L’Italia è stato definito ormai diversi anni fa il “Paese dei campi”, perché da oltre quarant’anni migliaia di persone vivono concentrate in insediamenti monoetnici, spesso segregati e gestiti con logiche speciali. Oggi, però, qualcosa sta cambiando e l’Italia si trova davanti a un passaggio epocale che richiama, per portata simbolica, quello vissuto con la chiusura dei manicomi avvenuta negli anni Settanta. Un paragone non azzardato, visto che anche i “campi rom” sono istituzioni totali che è necessario (e urgente) superare. QUI si può scaricare il Rapporto “Bagliori di speranza”. Ed è quello che sta avvenendo. Nel 2010 si contavano circa 40.000 persone rom e sinte concentrate in questi insediamenti, mentre oggi sono poco più di 10.000. È una riduzione significativa, che dice molto del lavoro fatto e della spinta crescente, sia da parte delle istituzioni più consapevoli, che delle stesse comunità rom, a uscire da una condizione abitativa segregante. Il rapporto fotografa questo momento, con tutte le sue complessità e contraddizioni, ma anche con uno sguardo fiducioso verso un possibile futuro diverso. Il primo capitolo è dedicato agli insediamenti monoetnici, formali e informali, presenti sul territorio italiano: ne analizza la storia, le cause, le tipologie abitative e le condizioni di vita. Ampio spazio è dedicato ai casi più emblematici, come quelli della Città Metropolitana di Napoli, dove ancora oggi si concentrano le situazioni più gravi. Leggi di più sui campi rom a Napoli Il secondo capitolo ricostruisce il quadro delle strategie istituzionali, a partire dal Piano decennale europeo fino alla Strategia Nazionale 2021-2030, con un’attenzione particolare alla lettura critica proposta dalla società civile. Il terzo capitolo si concentra sulle esperienze di superamento dei “campi rom”, raccontando modelli innovativi – come il modello MA.REA – e le iniziative avviate in diverse città italiane, in particolare a Roma. Cosa vuol dire superare i campi rom? Infine, il quarto capitolo documenta il fenomeno degli sgomberi forzati e dei crimini d’odio che ancora oggi colpiscono le comunità rom, contribuendo ad alimentare un clima di marginalizzazione e insicurezza. Nel corso del 2024 è stato inoltre aggiornato il sistema di classificazione degli insediamenti, distinguendo con maggiore chiarezza tra baraccopoli, macroaree, edilizia residenziale pubblica monoetnica e centri di raccolta. Il dato che emerge è significativo: le persone rom e sinte che vivono oggi in questi insediamenti sono circa 11.100, pari allo 0,02% della popolazione italiana. Se si considera la stima massima di presenza rom e sinta nel Paese (180.000 persone), risulta che solo il 6% vive in emergenza abitativa. Il superamento dei “campi” non è più solo un auspicio: è una realtà che si sta realizzando, passo dopo passo. Vedi anche, Inclusione bambini rom, sinti, camminanti: indagine qualitativa (2019) ........................... LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro del Gruppo è realizzato da volontari, ma non tutto. Se questo lavoro ti è utile PUOI SOSTENERLO CON UNA DONAZIONE e CON IL 5 x 1000. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.
La struttura del rapporto e i temi affrontati
Un lavoro di monitoraggio costante e verificabile