Piano di Azione Nazionale Salute Mentale 2025-2030. La proposta del Ministero della salute. Testo e commenti Qui, la nuovo Proposta di Piano, del 29 settembre 2025 che recepisce alcune delle Osservazioni delle Regioni: vedi in quotidianosanita.it. "Uno degli ambiti dove le Regioni hanno inciso con maggiore decisione è quello delle dipendenze patologiche. I tecnici interregionali hanno ottenuto l’introduzione di un nuovo paragrafo che sottolinea l’importanza di prevedere un Piano d'Azione nazionale integrato per le dipendenze, da aggiornare periodicamente, e la valorizzazione dei Pdta (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) condivisi tra Dipartimenti di Salute Mentale, Dipendenze e Neuropsichiatria Infantile. Inoltre, è stato completamente riscritto l’inquadramento epidemiologico delle dipendenze con dati aggiornati al 2024. Rispetto al testo originario, che riportava dati superati o non omogenei, il nuovo testo integra le cifre della Relazione al Parlamento 2025, inclusi: la diminuzione dell’uso di cocaina tra i minori (1,8%); la stabilità dell’uso di oppiacei (1,2%); l’aumento delle segnalazioni per reati droga-correlati tra i minori; e l’incremento dei pazienti in carico ai SerD, saliti a oltre 134.000 nel 2024. È stato inoltre eliminato un passaggio allarmistico sui danni cerebrali legati all’uso di sostanze, in quanto privo di riferimenti scientifici precisi. Un’altra correzione importante riguarda la definizione del disagio giovanile. Le Regioni hanno chiesto, e ottenuto, la rimozione o revisione di alcuni passaggi dove si assimilava il disagio giovanile a disturbi mentali veri e propri. Sulla nuova proposta vedi, Piano Salute Mentale: bene l’impianto, ma senza risorse e programmazione resta incompiuto. Il Ministero della Salute ha trasmesso alla Conferenza Unificata il nuovo “Piano di Azione Nazionale” frutto del lavoro del Tavolo tecnico. Al centro della proposta vi sono sei ambiti principali di intervento: dalla promozione della salute mentale alla prevenzione e cura dei disturbi, passando per l’infanzia e l’adolescenza, l’ambito penale e forense, la gestione del rischio clinico, l’integrazione tra servizi sanitari e sociali, e infine la formazione e la ricerca. Testo nell'allegato pdf. Analisi e commenti (al 10 settembre 2025) Piano Salute Mentale: troppa psichiatria Piano Salute Mentale: note critiche Lettera aperta sulla proposta di Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030 Le Osservazioni del Gruppo interregionale SALUTE MENTALE Conferenza Regioni e PA Le Osservazioni del Gruppo tecnico interregionale sub Area DIPENDENZE Conferenza Regioni e PA Salute Mentale. Importanti passi avanti ma ancora molti limiti Sulla proposta di Piano d’azione salute mentale 2025-2030 Salute mentale, molte parole e pochi strumenti Il Piano Salute mentale è pieno di criticità A RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro del Gruppo è realizzato da volontari, ma non tutto. Se questo lavoro ti è utile PUOI SOSTENERLO CON UNA DONAZIONE e CON IL 5 x 1000. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.
Nel nuovo testo viene chiarito che il disagio – fatto di crisi identitarie, difficoltà relazionali, isolamento, uso occasionale di sostanze – non equivale a una patologia psichiatrica, e non può essere trattato unicamente con strumenti clinici. Richiede invece risposte educative, familiari e comunitarie. Un richiamo importante contro la patologizzazione eccessiva della sofferenza adolescenziale.
Accolta anche la proposta regionale di rafforzare la rete di psichiatria forense, con l’istituzione di referenti e equipe forensi presso i Dipartimenti di Salute Mentale, e l’obbligo di predisporre un Progetto Terapeutico Individuale Condiviso (Ptic) per i soggetti autori di reato, spesso affetti da doppia diagnosi.
Viene inoltre ampliata la sezione dedicata alle Rems, alla programmazione dei posti letto e alla presa in carico integrata con i servizi per le dipendenze e la giustizia minorile.
Rispetto al testo iniziale, viene chiaramente recepita l’indicazione nazionale sulla figura dello psicologo di assistenza primaria, con l’obiettivo di offrire interventi psicologici precoci, brevi e diffusi sul territorio, accessibili a tutti senza passaggi ospedalieri.
Sul fronte della formazione, le Regioni hanno chiesto – e ottenuto – l’inserimento di un passaggio che impegna il Ministero a creare percorsi strutturati e riconosciuti nel campo delle dipendenze, coinvolgendo non solo medici, ma anche infermieri, riabilitatori ed educatori professionali.
Uno degli ultimi punti sollevati dalle Regioni è la mancanza di indicazioni sulle risorse. Il documento originario non prevedeva una dotazione economica dedicata per l’attuazione del Piano, ma le Regioni hanno sottolineato che senza fondi certi, anche le migliori strategie rischiano di restare lettera morta."
