L'emergenza abitativa in Italia Vedi in, pressenza.com. Il Ministero dell’interno nei giorni scorsi ha pubblicato – un po’ alla chetichella – il suo annuale report sugli sfratti relativi all’anno 2024, con dati a dir poco allarmanti: nel 2024 sono stati emesse dai tribunali 40.158 sentenze di sfratto in aumento del 1,99% rispetto al 2023, quando erano state 39.373. Gli sfratti per morosità sono stati 30.041, mentre quelli per finita locazione sono stati 7.845 e 2.272 le sentenze per necessità del locatore. Le richieste di esecuzione presentate dagli ufficiali giudiziari sono state nel 2024 81.054, in aumento del 9,82% rispetto al 2023, quando erano state 73.809. L’intervento della forza pubblica è stato messo in campo in 21.337 casi di sfratto, un dato da considerare per difetto in quanto sono sicuramente molti di più. Le sentenze di sfratto hanno visto un aumento in Valle d’Aosta (+26,87%), Umbria (+18,28%), Marche (+8,18%), Abruzzo (+12,29%), Puglia (+13,90%), Campania (+11,8£%), Lazio (+3,94%), mentre si segnalano diminuzioni nelle regioni: Basilicata (-33,61%), Trentino Alto Adige (-14,96%), Molise (65%) e Sardegna (-10,97%). I dati del Ministero dell’Interno certificano la gravissima situazione che si sta delineando in Lombardia e nella città di Milano, ove sono aumentati a dismisura sia le richieste di esecuzioni di sfratto presentate da ufficiali giudiziari e sia i ricorsi agli sfratti eseguiti con la forza pubblica: (https://ucs.interno.gov.it/ucs/allegati/Download:Provvedimenti_esecutivi_di_sfratto_e_richieste_di_esecuzione_dati_2024-23323050.htm). Come si legge in un rapporto di OXFAM dedicato alla crisi abitativa in Italia nell’esperienza dei neomaggiorenni all’uscita dal sistema di accoglienza, il mercato delle locazioni, secondo le ultime rilevazioni di luglio 2025 ha registrato un ulteriore aumento, del 5,5% rispetto all’anno precedente, arrivando al valore medio mensile di oltre 14,9 euro/m², il valore più alto mai registrato dal 2012. Prendere una casa in locazione per molti è diventato un lusso. “A fronte di una domanda in crescita l’offerta ha avuto invece una tendenza opposta, innescando un’aspra competizione tra i potenziali locatari e spingendo al rialzo i canoni che diventano quindi inaccessibili per molti, alimentando quella che è una vera e propria emergenza abitativa in Italia. Complici inflazione e carovita da una parte e perdurante stagnazione salariale dall’altra, tra il 2018 e il 2023, il peso medio del canone di locazione sui redditi da lavoro dipendente nei capoluoghi di provincia è passato dal 31,6% al 35,2%, superando il 40% in alcune città come Firenze (46,5%), Roma (41,5%), Bologna (40,2%”: https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2025/09/Rapporto-diritto-alla-casa-no-per-tutti-Oxfam_emergenza-abitativa.pdf. Siamo di fronte ad un disagio abitativo che aumenta sempre di più. Siamo ormai in una vera e propria emergenza nazionale. E gli ultimi dati ministeriali ne sono l’ennesima conferma. “Si tratta prevalentemente di sfratti per morosità, 30 mila sfratti, sottolinea la CGIL, a cui si aggiungono 2 mila sfratti per necessità del locatore e oltre 8 mila sfratti per finita locazione, che consentono ai proprietari di riottenere la disponibilità degli immobili, sempre più spesso destinati ad affitti brevi turistici, nettamente più redditizi delle locazioni residenziali e che stanno causando processi di espulsione delle famiglie a reddito più basso e propagarsi di lavoro povero”. Le poche e marginali misure messe in piedi in questi anni non hanno prodotto effetto alcuno, anzi l’azzeramento dei fondi a sostegno dell’affitto (oltre 1 milione di famiglie in povertà assoluta vive in affitto) ha contribuito non poco a far crescere la “povertà abitativa”. E la crisi abitativa va ad impattare gravemente anche sul diritto allo studio per migliaia di ragazze e ragazzi e per tanti lavoratori. Secondo l’ultima indagine dell’Unione degli Universitari (UDU), il 62% degli studenti fuori sede ha difficoltà a trovare un alloggio regolare, mentre il 28% segnala condizioni abitative degradate e il 18% denuncia la totale mancanza di contratto. Come ha ribadito il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, all’ultima assemblea ANCE: “Oggi la vera priorità sociale è l’emergenza abitativa. Senza casa non si può formare una famiglia, attrarre lavoratori, trattenere studenti e giovani. Serve un piano nazionale casa strutturato e pluriennale, con investimenti pubblici e un uso innovativo del partenariato pubblico-privato. Dobbiamo intervenire sia sul recupero dell’edilizia esistente sia sulla costruzione di nuove abitazioni accessibili per le fasce fragili, il ceto medio e i giovani”. La questione abitativa fa però fatica ad assumere una nuova centralità nelle politiche nazionali e locali e il diritto alla casa per tanti resta negato. “La casa è un diritto e il servizio abitativo destinato a cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico deve essere considerato come parte dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ha sottolineato la CGIL. Già dalla prossima Legge di Bilancio deve essere rifinanziato il Fondo di sostegno per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per un valore di almeno 900 milioni di euro; occorre incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, attraverso un programma pluriennale, per incrementare il patrimonio ERP di 600 mila unità, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio non utilizzato, in processi rigenerativi in ambito urbano (aree dismesse, caserme, aree ferroviarie); rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato e favorire le locazioni di lunga durata, che in molte città sono sfavorite dal fenomeno degli “affitti brevi” per il quale occorre una legge nazionale per dare facoltà ai Comuni di definire limiti e divieti. Occorre anche recuperare rapidamente i ritardi accumulati nell’attuazione delle progettualità del PNRR e procedere alla realizzazione dei progetti di rigenerazione urbana, i Piani Urbani Integrati, i piani per la qualità dell’abitare, i progetti per la realizzazione degli alloggi per studenti universitari. Serve una nuova politica dell’abitare con solidi interventi pubblici in termini economici, fiscali e normativi, una diversa politica degli affitti e una seria lotta al sommerso e alla speculazione, una politica di rigenerazione urbana per garantire sostenibilità sociale e ambientale per città più accoglienti, sostenibili e inclusive”. Sul fronte delle esigenze abitative degli studenti fuori sede, la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e il Gruppo CDP hanno sottoscritto un protocollo finalizzato a promuovere interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare non strumentale delle diocesi italiane e degli enti religiosi in modo da offrire una risposta residenziale a supporto dell’emergenza abitativa nel nostro Paese, non riconducibile esclusivamente all’incremento delle situazioni di disagio socioeconomico, ma anche a soddisfare le esigenze di nuove categorie sociali: nello specifico degli studenti universitari fuori sede, un segmento di popolazione che nel nostro Paese è cresciuto costantemente negli ultimi anni e che esprime un fortissimo fabbisogno abitativo (https://www.chiesacattolica.it/accordo-cei-gruppo-cdp/). Qui la Guida agli affitti per studenti fuorisede di UDU-SUNIA-CGIL: https://unioneuniversitari.it/wp-content/uploads/2024/05/Guida-fuorisede-UDU-CGIL-SUNIA-al-17-MAGGIO-2024.pdf. Vedi anche LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO ANCHE CON IL 5 x 1000. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.