Data di pubblicazione: 05/10/2025
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Il personale del Servizio Sanitario Nazionale: il rapporto (2023)

È disponibile il rapporto “Il personale del Servizio Sanitario Nazionale”, che analizza la situazione attuale e le prospettive future di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e professionisti dell’assistenza primaria (su dati 2023). Il documento offre un quadro europeo e nazionale, con focus sull’invecchiamento della forza lavoro, i pensionamenti previsti, le criticità nella formazione e le carenze di alcune figure professionali, in particolare infermieri e specializzazioni mediche strategiche. Il rapporto evidenzia come la crisi del personale sanitario si inserisca in uno scenario demografico complesso, segnato da un progressivo invecchiamento della popolazione e da un elevato indice di dipendenza degli anziani. Nonostante l’Italia conti un numero di medici superiore alla media europea, permane un forte squilibrio per quanto riguarda gli infermieri. La disponibilità d’infermieri può essere accresciuta solo nel medio/lungo termine e a condizione che si disponga di efficaci sistemi di programmazione e di risorse economiche adeguate. Il personale del Servizio Sanitario Nazionale (dati 2023) PDF Logo PDF.

La sintesi in, quotidianosanita.it.

Il Servizio sanitario nazionale ha recuperato personale dopo anni di contrazioni, ma lo squilibrio tra le diverse professioni sanitarie e l’invecchiamento della forza lavoro rischiano di vanificare i progressi. È questa la fotografia che emerge dal Rapporto Agenas sul personale del SSN 2023, che analizza consistenza, distribuzione e prospettive di medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Nel 2023 il personale dipendente del SSN ammontava a 701.170 unità di cui 69% donne e 31% uomini. Rispetto all’anno 2019 l’aumento è stato di 51.647 unità di personale (da 649.523 a 701.170), pari al 7,95% del totale. Questo periodo di espansione ha fatto seguito ad un periodo di progressivo calo che è iniziato nel 2014, raggiungendo un plateau tra il 2016 e il 2019 con una contrazione di circa 30 mila unità. Nella fase di espansione successiva al 2019 si è mantenuta una rimarchevole maggiore presenza delle donne rispetto agli uomini. Una crescita significativa, che però non basta a rassicurare sulle sfide dei prossimi 10 anni dove si stima andranno in pensione circa 140 mila tra medici, infermieri e Oss.

Medici: tanti, ma sempre più anziani

L’Italia continua ad avere un numero di medici superiore alla media europea: 5,3 per 1.000 abitanti contro i 4,07 della UE. Ma il dato è in parte distorto: quasi il 44% ha più di 55 anni e oltre un quinto supera i 65, contro valori molto più bassi in Francia, Germania e Spagna. Nel 2023 i camici bianchi dipendenti del SSN erano 109.024, con un leggero incremento rispetto al 2019. Tuttavia, la distribuzione non è uniforme: Lazio, Emilia-Romagna e Toscana hanno registrato aumenti, mentre in regioni come Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e Calabria i numeri sono in calo. Il futuro prossimo sarà segnato da un’ondata di pensionamenti: 39mila medici potrebbero lasciare il servizio tra il 2026 e il 2038, con un picco di oltre 3.200 uscite l’anno nel quadriennio 2029-2033.

Infermieri: la vera emergenza
Se sul fronte medico la questione è l’età avanzata, sugli infermieri il problema resta la carenza strutturale. Nel 2023 erano 277.138, circa 8.800 in più rispetto al 2019. Ma il tasso di copertura è ancora insufficiente: 6,86 per mille abitanti contro una media europea di 8,26. Il rapporto infermieri/medici è di 1,3 contro 2,1 della media OCSE, segnalando uno squilibrio che penalizza il sistema. Anche qui pesa la “gobba pensionistica”: entro il 2035 circa 78mila infermieri raggiungeranno l’età di pensionamento, aggravando un fabbisogno che già oggi fatica a essere coperto. A complicare lo scenario c’è il calo di attrattività dei corsi di laurea: nel 2024 le domande di iscrizione si sono equilibrare con i posti disponibili, segnalando un disinteresse crescente tra i giovani. Le proiezioni al 2029 indicano circa 73-86mila nuovi laureati, insufficienti a compensare le uscite.

OSS: crescono i numeri, ma restano criticità
Diverso l’andamento per gli operatori socio-sanitari (OSS), che nel 2023 erano 75.978, con un incremento di oltre 20mila unità rispetto al 2019 e più che raddoppiati rispetto al 2013. La media è di 1,3 ogni 1.000 abitanti, ma con forti squilibri territoriali: dal 3,1 del Friuli-Venezia Giulia allo 0,3 del Lazio. Anche qui, però, l’invecchiamento pesa: oltre 26mila OSS lasceranno il servizio entro il 2035, con il rischio di nuove carenze.

Medicina generale e pediatria: calo costante
Un ulteriore elemento di criticità riguarda il ruolo unico di assistenza primaria. Nel 2013 i medici di medicina generale erano oltre 45mila, scesi a 38mila nel 2023. In dieci anni si contano 7.220 MMG in meno e circa 1.000 pediatri persi. Il rapporto tra cittadini assistibili e medici di base continua ad aumentare, mentre il fabbisogno resta insoddisfatto.

Formazione: più posti, ma troppe borse scoperte
Sul fronte della formazione, Agenas segnala alcuni progressi ma anche criticità. Dal 2014 al 2025 i posti a Medicina sono più che raddoppiati (da 10.656 a oltre 24mila). In parallelo, le borse di specializzazione sono passate dalle 5mila del 2015 a oltre 15mila negli ultimi anni. Nonostante l’aumento, molte restano scoperte, soprattutto in discipline cruciali come medicina d’emergenza-urgenza, anestesia e rianimazione, radioterapia e microbiologia. Un paradosso che riflette la difficoltà di attrarre giovani medici verso settori ad alta complessità ma scarsamente valorizzati.

Il rapporto si chiude con un monito: il personale è il vero “capitale” del SSN, ma senza un’efficace pianificazione delle professioni sanitarie il sistema rischia di non reggere. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità e la riduzione della forza lavoro attiva spingeranno la domanda sanitaria verso l’alto proprio mentre migliaia di professionisti lasceranno il servizio. Secondo Agenas, servono politiche di attrattività, riconoscimento sociale e progressione di carriera, soprattutto per gli infermieri, e una programmazione più attenta per le specializzazioni mediche in sofferenza. Solo così si potrà evitare che la carenza di personale diventi la prossima grande emergenza della sanità italiana.


Vedi anche

Ministero Salute. Il personale del Servizio sanitario italiano (anno 2021)

Il personale del Servizio Sanitario Nazionale - Approfondimento Marzo 2023

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