Data di pubblicazione: 24/02/2025
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ZeroArmi 2024. L’esposizione bancaria italiana verso l’industria delle armi

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È possibile scaricare l’edizione 2024 di ZeroArmi, lo strumento innovativo di valutazione dell’esposizione bancaria italiana verso l’industria delle armi, realizzato da Fondazione Finanza Etica in collaborazione con Rete Italiana Pace e Disarmo. ZeroArmi analizza il grado di coinvolgimento del sistema bancario nel settore militare, focalizzandosi sulla trasparenza e sul dialogo critico con le banche. Il report utilizza una matrice di indicatori che esamina:
  • - finanziamenti diretti
  • - partecipazioni azionarie
  • - supporto logistico all’export di armamenti
  •  
In questa prima edizione non sono considerati i fondi propri e di terzi collocati dalle banche.La valutazione copre le nove principali banche italiane per flusso di cassa nel 2021. Al campione sono stati aggiunti il Gruppo Banca Etica, i gruppi bancari cooperativi ICCREA Banca e Cassa Centrale Banca, per la loro affinità con il modello operativo di Banca Etica, Banca Popolare di Sondrio, socia di Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica.

I risultati rivelano differenze significative: Banca Etica registra un coinvolgimento nullo, mentre altri istituti mostrano livelli variabili di interazione con l’industria bellica. In particolare, Intesa Sanpaolo e Unicredit risultano più esposte, con un punteggio che riflette un coinvolgimento significativo.

L’aggressione russa all’Ucraina ha spinto, anche in Italia, a una corsa globale agli armamenti. Nel 2024 la spesa militare globale ha raggiunto i 2.443 miliardi di dollari, segnando un nuovo record in un contesto di crescente instabilità geopolitica. Dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, l’Ue e i suoi Stati membri hanno mobilitato 124 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina, una cifra significativa rispetto agli investimenti previsti per il Green New Deal. Per quanto riguarda il nostro Paese, utilizzando il Database SIPRI si nota che nell’arco temporale 2015-2023 la spesa militare italiana passa da 23,83 miliardi a 32,63 miliardi di dollari (+36,9%). In termini di incidenza sul PIL, siamo passati dall’1,2% all’1,6%. Ciò implica una spesa pro-capite che è lievitata da 368,35 dollari nel 2015 ai 603,50 dollari del 2023. Anche per quanto riguarda l’esportazione di materiale d’armamento l’Italia ha una posizione di tutto rispetto: si trova al 6° posto come Paese esportatore di armi nel mondo. Il database aggiornato annualmente del SIPRI colloca l’Italia subito dietro la Germania, ma prima del Regno Unito. Con il 4,3% dell’ammontare delle esportazioni mondiali nel quinquennio 2019-2023 l’Italia ha visto crescere dell’86% quest’attività rispetto al quinquennio precedente (2014-2018). Il 71% delle sue esportazioni, l’Italia le dirige verso il Medio Oriente, una delle aree a maggior densità di conflitti endemici del pianeta. In quest’area si collocano tre dei maggiori 10 importatori di armi: Arabia Saudita, Qatar ed Egitto. Gli Stati Uniti, sempre secondo SIPRI, coprono il 52% delle esportazioni totali verso il Medio Oriente. A seguire la Francia (12%), l’Italia (10%) e la Germania (7,1%).

Siamo di fronte ad un preoccupante trend di crescita delle spese militari, che tutto fa pensare che sarà purtroppo destinato a continuare anche nel prossimo futuro. Spese militari verso le quali, come ha evidenziato “ZeroArmi”, alcune banche italiane subiscono un’irresistibile attrazione. Il progetto ZeroArmi rappresenta il primo strumento di valutazione dell’esposizione bancaria italiana verso l’industria delle armi. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Fondazione Finanza Etica e Rete Italiana Pace e Disarmo, con il coinvolgimento delle principali banche italiane. ZeroArmi analizza il grado di coinvolgimento del sistema bancario nel settore militare, ponendo l’accento sulla trasparenza e sul dialogo critico con gli istituti bancari. La valutazione copre le seguenti banche: Banca Mediolanum, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare Etica, Banco BPM, BPER Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Depositi e Prestiti, Crédit Agricole Italia, ICCREA, Intesa Sanpaolo. Mediobanca e Unicredit.

Vedi anche, Finanza e Armi. L'impatto finanziario e sociale della produzione e del commercio di armi

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