Assegno di Inclusione (AdI): beneficiari in crescita nel 2025, ma il rinnovo potrebbe mettere in difficoltà molte famiglie L’Inps ha pubblicato i dati su Assegno di Inclusione (ADI) e Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) relativi ai primi sei mesi dell’anno. I beneficiari della prima misura sono stati 750.000, in aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma l’estate si preannuncia problematica per circa mezzo milione di persone che dovranno rinnovare il sostegno. Vedi in secondowelfare.it. L’Inps ha pubblicato i nuovi dati relativi all’Osservatorio su Assegno di Inclusione (ADI) e Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), le due misure che hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza (RdC) e la Pensione di Cittadinanza (PdC) a contrasto della povertà e per la promozione dell’inserimento lavorativo. Di seguito riportiamo alcune informazioni che emergono dai dati dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (tutti consultabili qui) e qualche riflessione sul futuro, alla luce delle domande di rinnovo della misura che riguardano oltre mezzo milione di nuclei. Ma andiamo con ordine. Dall’Osservatorio Inps emerge che nel periodo compreso tra gennaio 2024 (entrata in vigore della misura) e giugno 2025 sono stati 868.000 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità dell’Assegno di Inclusione, per un totale di 2,1 milioni di persone coinvolte. L’importo medio mensile erogato è stato pari a 669 euro. I nuclei beneficiari si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 68% del totale, incidenza che sale al 73% considerando le persone coinvolte. Come avevamo avuto modo di raccontarvi, con la Legge di Bilancio 2025 il Governo ha introdotto alcune modifiche alla misura. A partire dal 1° gennaio 2025 sono infatti in vigore soglie ISEE e di reddito familiare più elevate per l’accesso all’ADI ed è attribuito d’ufficio il coefficiente aggiuntivo della scala di equivalenza in presenza di carichi di cura e dei relativi requisiti1. Alla luce di queste modifiche, nei primi 6 mesi del 2025 l’Inps rileva che i nuclei beneficiari sono stati 750.000, circa il 7% in più rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Inps fornisce poi informazioni di dettaglio con riferimento al solo mese di giugno 2025, in cui i nuclei beneficiari sono stati quasi 666.000, con importo medio erogato di 694 euro. Per questi nuclei beneficiari si rileva che: in 251.000 sono presenti minori; in 261.000 sono presenti persone con disabilità; in 341.000 sono presenti persone di almeno 60 anni di età; in 13.000 ci sono persone in condizioni di “svantaggio”; 236.000 sono i nuclei con carichi di cura. Poiché a fine giugno 2025 per molti beneficiari (coloro i quali avevano fatto subito richiesta di ADI a gennaio 2024) si sono conclusi i 18 mesi in cui per legge è possibile percepire la misura, sarà interessante verificare l’impatto di questo elemento sui prossimi dati Inps. Come avevamo segnalato qui, queste persone dovranno infatti presentare una nuova domanda per continuare a percepire l’ADI (per ulteriori 12 mesi e non 18 come in precedenza) ma il rischio che per loro si crei un “buco” tra la fine del primo “giro” di ADI l’inizio del secondo è significativo. E rischia di colpire soprattutto i più fragili. Vediamo perché. I nuclei che si trovano in questa situazione sono oltre mezzo milione. Il 30 giugno l’Inps ha inviato loro un SMS con questo testo “Hai percepito le 18 mensilità di ADI. Per riprendere a ricevere la prestazione, potrai presentare una nuova domanda dal prossimo mese”. Da un lato occorre riflettere sulla capacità di “reazione” dei beneficiari, specialmente quelli più anziani, con scarsa alfabetizzazione digitale o difficoltà linguistiche, di fronte a questa semplice segnalazione. Saranno stati in grado di procedere celermente alla richiesta di rinnovo – che non hanno potuto avanzare prima della scadenza naturale della misura – già nel mese di luglio per evitare di rimanere senza sussidio? Dall’altro lato, bisogna ricordare che questa nuova domanda deve passare per il portale SIISL (Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e Lavorativa) e comporta due diverse opzioni. Nel caso non ci siano state variazioni nella composizione del nucleo rispetto alla precedente domanda, non servono nuove iscrizioni alla piattaforma né la sottoscrizione di un nuovo Patto di attivazione (PAD). Nel caso di cambiamenti nel nucleo familiare, invece, dopo la presentazione della domanda dovrà essere seguita la procedura ordinaria di iscrizione al SIISL e di sottoscrizione del PAD nucleo. Alla luce di questi elementi il rischio di tempi di risposta dilatati, soprattutto nel caso di procedure da realizzare ex novo nel caso di variazioni nel nucleo, appare uno scenario altamente probabile. Questo ovviamente può comportare conseguenze soprattutto per quei nuclei che vedono nell’ADI una fonte di reddito importante per evitare di scivolare ulteriormente in situazioni di indigenza. Il Governo per evitare che le persone beneficiarie dell’ADI da gennaio 2024 restassero senza sostegni, a fine giugno è intervenuto con un emendamento al cd. Decreto Fiscale prevedendo un contributo “ponte” straordinario di massimo 500 euro, che tuttavia sarà erogato insieme alla prima mensilità del “secondo giro” di ADI. Assegno di inclusione. Norme, analisi e commenti Dopo la Riforma del Reddito di cittadinanza. Contenuti, analisi e commenti LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro del Gruppo è realizzato da volontari, ma non tutto. Se questo lavoro ti è utile PUOI SOSTENERLO CON UNA DONAZIONE e CON IL 5 x 1000. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.
I dati sull’Assegno di Inclusione aggiornati a giugno 2025
Il nuovo “giro” di ADI e il rischio del “buco”