Data di pubblicazione: 25/09/2025
Numero accessi: 39

indietro

Budget di salute. La normalità è terapeutica

Andrea Materzanini, psichiatra, Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Franciacorta. Vedi in, saluteinternazionale.info. 17 Settembre 2025.

Il Budget di Salute rappresenta una delle innovazioni più significative nella pratica della riabilitazione psichiatrica. Si tratta di progetti personalizzati, che agiscono con le persone nel loro contesto sociale ed innescano un processo che le rende parte della comunità attraverso l’utilizzo integrato di risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie. Si tratta, quindi, di creare un legame tra il sistema di cura e la realtà locale, utilizzando le risorse nella forma migliore.

 In attesa dei progressi che le neuroscienze inevitabilmente faranno e che porteranno a trattamenti efficaci attraverso nuove conoscenze sulla genetica, sulla neuroanatomia, sulla neurochimica, sulle terapie omiche ed altro, chi si occupa di Psichiatria e Riabilitazione psichiatrica deve fronteggiare quotidianamente le difficoltà nei percorsi di cura. Al momento attuale, non esistono terapie farmacologiche o progetti riabilitativi generalizzabili ed efficaci sulla maggioranza assoluta delle persone. Si può, tuttavia, affermare un concetto tanto semplice quanto raramente perseguito: la normalità è terapeutica.

Ma cosa significa “normalità” per chi vive una condizione di sofferenza psichica se non accedere a ciò che rende la vita degna di essere vissuta: una casa, un lavoro, relazioni significative, possibilità di scelta e autodeterminazione. In questo senso, la riabilitazione psichiatrica non è solo trattamento clinico, ma un processo sociale, culturale e politico che restituisce alla persona la possibilità di progettare il proprio futuro. Esperienze come quelle maturate nel Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze (DSMD) dell’ASST Franciacorta, mostrano concretamente la direzione di una psichiatria di comunità, fondata sulla prossimità, sulla fiducia e sull’inclusione. Uno strumento chiave di questo approccio è il Budget di Salute, un dispositivo che consente di costruire percorsi personalizzati e partecipati, capaci di promuovere autonomia, empowerment e cittadinanza.

Il Budget di Salute: un ponte tra cura e vita

Il Budget di Salute (BdS) rappresenta una delle innovazioni più significative nella pratica della riabilitazione. La prima sperimentazione dei progetti terapeutico riabilitativi individualizzati è legata al progetto di chiusura dell’ospedale psichiatrico femminile di Sottoselva (Friuli) iniziato nel 1996. I budget di cura nacquero come progetto pilota orientato alla riconversione delle risorse destinate al pagamento delle rette di ricovero per l’assistenza residenziale di utenti psichiatrici. Per ciascuna persona dimessa dall’ospedale venne immaginato un progetto personalizzato in cui le risorse economiche fossero invece interpretate e utilizzate come investimenti necessari per includere e reintegrare gli ex degenti nella società. Seguirono esperienze sviluppate inizialmente in Campania e progressivamente adottate in altre regioni, tra cui Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio e Lombardia. La modalità di intervento è concettualmente semplice, ma non altrettanto facile da realizzare: costruire progetti individualizzati che diano priorità ai concetti di casa, lavoro e rete sociale. Agire, cioè, sui fattori che maggiormente influenzano la prognosi in Psichiatria. Sviluppare progetti che siano personalizzati, agendo con le persone nel loro contesto sociale ed innescando un processo che le renda parte della comunità attraverso l’utilizzo integrato di risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie. Si tratta, quindi, di creare un legame tra il sistema di cura e la realtà locale, utilizzando nella forma migliore le risorse. Il BdS è, quindi, uno strumento di programmazione e gestione individualizzata delle risorse, basato su un patto di corresponsabilità tra persona, servizi, enti locali, terzo settore, associazionismo ed ogni realtà locale. Il BdS non finanzia prestazioni “standard”, ma costruisce contesti di vita, valorizzando tutto ciò che contribuisce al benessere: un’abitazione dignitosa, l’accesso al lavoro, la partecipazione culturale, l’autonomia negli spostamenti, la rete affettiva.

In questo senso, si tratta di uno strumento etico, clinico e politico, capace di restituire diritti sociali alle persone escluse.

Il cuore del Budget di Salute è la centralità della persona. Non più oggetto passivo di un trattamento, ma soggetto attivo del proprio progetto di vita. Le risorse vengono co-progettate assieme alla persona e alle sue reti significative, e finalizzate non alla cura in sé, ma alla realizzazione di diritti concreti: abitare, lavorare, partecipare.

Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Franciacorta

Il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Franciacorta situato in provincia di Brescia, da anni propone un’organizzazione dei Servizi secondo logiche di personalizzazione, prossimità e integrazione. Il Dipartimento ha promosso progetti che hanno sostituito la residenzialità istituzionale con percorsi di domiciliarità assistita, co-housing e inclusione lavorativa. Con una prima sperimentazione, finanziata da Regione Lombardia già nel 2009 mediante il ‘Progetto Innovativo TR13 – Budget di Salute’, si propose di utilizzare le quote economiche di sei rette annuali di residenzialità protetta per costruire percorsi alternativi domiciliari per un numero maggiore di persone con le stesse caratteristiche. Ad oggi, con circa 230.000€, pari alle rette annuali di 5 residenzialità protette, sono attivi 47 progetti di BdS. Sulla scorta delle esperienze accumulate e dei dati clinici ed economici, il Dipartimento propose a Regione Lombardia un’ulteriore Progetto Innovativo, approvato nel 2023: la riconversione dei 14 posti letto della Comunità Psichiatrica SRP2 situata in Adro, cittadina della Franciacorta, in percorsi di vita personalizzati, con un reinvestimento delle stesse risorse economiche. La definitiva chiusura della SRP2, dirotta il finanziamento a lei prima dedicato verso attività dei Centri di Salute Mentale per la costruzione di progetti di BdS. Le équipes territoriali sono composte da professionisti multidisciplinari (psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica) che lavorano in stretto rapporto con il terzo settore, i comuni, le famiglie e le realtà locali. Le modalità applicative del Budget di Salute costituiscono l’elemento di connessione tra tutti questi attori, ed è ciò che consente di tradurre i bisogni in interventi concreti.

Clarabella: la comunità che cura

Il Consorzio Clarabella, nato dall’esperienza della cooperativa IS.PA.RO., fondata in origine da operatori del Dipartimento e attiva dal 1988, riunisce oggi numerose cooperative sociali impegnate nell’ambito dell’agricoltura sociale, del turismo responsabile, della ristorazione e dell’accoglienza. La sede principale è una cascina ristrutturata nel cuore della Franciacorta. Clarabella non è una struttura sanitaria ma un luogo di vita, di relazioni, di lavoro. All’interno della cascina si trovano una SRP2, un agriturismo, un ristorante, una cantina, laboratori artigianali, orti biologici, spazi culturali. Le persone coinvolte non sono considerati pazienti ma cittadini, lavoratori, protagonisti della propria vita. Attraverso il Budget di Salute, molte persone con disturbo psichico grave accedono a tirocini, borse lavoro, contratti, percorsi di abitare supportato. L’interazione quotidiana tra chi è in carico ai servizi e chi frequenta la cascina per turismo, eventi, degustazioni, favorisce un processo naturale di de-istituzionalizzazione e inclusione. Clarabella è l’esempio concreto di come una comunità possa farsi terapeutica, non per delega ma per vocazione. Il lavoro è reale, i prodotti (vini biologici, olio, ortaggi) sono venduti nei circuiti commerciali. Le persone ricevono un compenso, si sentono parte di un progetto. La cura diventa esperienza vissuta.

Lavoro, dignità e salute mentale

Il lavoro è uno degli elementi fondamentali per la costruzione dell’identità e del senso di appartenenza. Per una persona con disturbo psichico, lavorare significa riconquistare dignità, visibilità sociale, ruolo. Nel modello franciacortino, il lavoro non è considerato come premio finale, ma come parte integrante del progetto terapeutico. Il Budget di Salute consente di costruire percorsi lavorativi graduali, protetti o ordinari, sempre accompagnati da una progettualità educativa. Il lavoro rafforza l’autostima, riduce le ricadute, promuove l’autonomia economica. Gli esiti clinici migliorano perché cambia il contesto, si rompe l’isolamento, si attivano risorse. Non è l’efficienza produttiva ad essere misurata, ma la qualità della relazione, la partecipazione, l’utilità sociale.

La rete: istituzioni, famiglie, comunità

La costruzione del BdS si fonda su una rete stabile e articolata. Accanto ai servizi sanitari, sono coinvolti i comuni, i servizi sociali, le cooperative, le famiglie, le associazioni di volontariato. I progetti sono co-progettati e co-finanziati. I comuni non sono semplici erogatori di fondi ma partecipano attivamente alla progettazione. Le famiglie non sono più sole né delegate, ma diventano risorsa. Le realtà del terzo settore mettono a disposizione spazi, saperi, opportunità. Questa rete rende possibile un cambiamento sistemico. Il paziente non è più “a carico” ma in carico, anzi “in carico a una rete”. Ogni attore sociale contribuisce alla cura.

Valutare il cambiamento: oltre la clinica

La valutazione dei progetti BdS non può limitarsi ai parametri clinici tradizionali. Occorre interrogarsi su indicatori di qualità della vita: autonomia abitativa e lavorativa, rete relazionale, soddisfazione, partecipazione sociale. Il DSMD Franciacorta monitora costantemente gli esiti attraverso strumenti quali interviste, indicatori funzionali, valutazioni soggettive. I dati mostrano una significativa riduzione dei ricoveri ospedalieri, minori accessi al pronto soccorso, miglioramento della qualità percepita dai pazienti e dalle famiglie. Ma l’aspetto più rilevante è forse culturale: il cambiamento nella rappresentazione sociale della salute mentale, il superamento dello stigma, la possibilità per le persone di essere riconosciute per ciò che sono, non per la loro diagnosi.

Conclusione

L’esperienza del Franciacorta suggerisce una visione più ampia: la comunità come spazio terapeutico diffuso. La scuola, il quartiere, i luoghi di lavoro, la cultura, possono diventare contesti abilitanti. Ogni cittadino può farsi parte attiva dell’inclusione. La salute mentale non è competenza esclusiva degli specialisti ma una responsabilità collettiva. Il BdS diventa così un investimento non solo in sanità ma in coesione sociale. Abitare, lavorare, partecipare: non sono prestazioni sanitarie, ma diritti di cittadinanza. Il Budget di Salute li rende accessibili a chi, per motivi di salute, li ha visti negati. Non si tratta di “normalizzare” le persone, ma di costruire contesti capaci di accogliere la diversità, di riconoscere le fragilità come parte della condizione umana. Restituire diritti significa restituire futuro.

“La normalità è terapeutica” non è uno slogan, ma una verità profonda. Vivere in contesti significativi, poter scegliere, avere una casa, un lavoro, degli affetti: tutto questo cura. Non si sostituisce al trattamento farmacologico, quando necessario. Piuttosto, ne amplifica decisamente gli effetti e ne consolida gli eventuali benefici derivati. L’esperienza del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Franciacorta dimostra che una psichiatria orientata in questa direzione produce non soltanto esiti clinicamente rilevanti, ma, soprattutto, produce Salute Mentale. Una psichiatria che accompagna non costringe. Che riconosce, non giudica. Che costruisce futuro, non dipendenza. Nel mondo attuale, in cui l’emarginazione è spesso l’effetto secondario della diagnosi, promuovere percorsi di inclusione è un atto radicale e politico. Perché ogni persona ha diritto a essere protagonista della propria vita. Anche, e soprattutto, se fragile.

Includere non significa solo dare spazio a chi è in difficoltà, ma trasformare i nostri modelli di convivenza, affinché ogni persona possa sentirsi parte di una comunità viva e accogliente. L’inclusione sociale non è il punto di arrivo, ma il metodo stesso con cui dovremmo pensare la Salute Mentale.

Bibliografia

  1. Saraceno, B. (2021). Psichiatria democratica. Feltrinelli.
  2. Tanzi, A., & Sivo, G. (2019). Il Budget di Salute. Nuove pratiche per l’inclusione. FrancoAngeli.
  3. Callea, G., & Materzanini, A. (1999). Lavoro e legame sociale. FrancoAngeli.
  4. Dell’Acqua, G. M. (2017). La città che cura. Ediciclo.
  5. Ministero della Salute. (2022). Linee di indirizzo sul Budget di Salute

Vedi anche

Budget di cura e di progetto: come e per farne che cosa? 

Libertà delle persone con disabilità e budget di progetto 


LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà 

Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali

La gran parte del lavoro del Gruppo è realizzato da volontari, ma non tutto. Se questo lavoro ti è utile  PUOI SOSTENERLO CON UNA DONAZIONE e CON IL 5 x 1000.

5x1000

 Clicca qui per ricevere la nostra newsletter


Adempimenti legge 4 agosto 2017, n. 124


Il nostro Bilancio


60030 Moie di Maiolati (AN), via Fornace, 23


(+39) 0731 703327


grusol@grusol.it

Il materiale elaborato dal Gruppo Solidarietà presente nel sito può essere ripreso a condizione che si citi la fonte

-


IBAN IT90 V050 1802 6000 0002 0000 359 (Banca Etica)


Iscrizione al RUNTS, decreto n. 212 del 14/09/2022