Data di pubblicazione: 17/01/2025
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Osservatorio DOMINA. Rapporto annuale sul lavoro domestico 2024

Lavoro domestico: in Italia coinvolge 3,3 milioni di persone. La spesa per le famiglie raggiunge i 13 miliardi. Il Rapporto DOMINA quantifica per la prima volta l’indotto del lavoro domestico: i 13 miliardi spesi dalle famiglie generano 21,9 miliardi di nuovi beni e servizi (valore della produzione).  Vedi in osservatoriolavorodomestico.it.

Oltre all’analisi dei dati, il Rapporto offre piste di riflessione sull’importanza crescente del settore e sulla necessità di garantire un maggiore sostegno alle famiglie italiane nella gestione della cura e dell’assistenza.

Un alto tasso di irregolarità. Nonostante una diminuzione negli ultimi anni, conseguenza anche delle iniziative di informazione e sensibilizzazione condotte da istituzioni e parti sociali, il tasso di irregolarità nel lavoro domestico è storicamente molto elevato. Secondo i dati ISTAT, revisionati nel settembre 2024, nel 2022 il tasso di irregolarità medio in Italia si attesta al 9,7%, percentuale che sale al 47,1% nel caso del lavoro domestico. Complessivamente, tra lavoratori e datori di lavoro, il settore conta 1,7 milioni di persone censite dall’INPS. Applicando il tasso di irregolarità, il numero di persone coinvolte supera i 3,3 milioni.

L’identikit del lavoratore domestico. Nel 2023 i lavoratori domestici regolari assunti direttamente dalle famiglie sono 834 mila. Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza femminile (88,6%) e straniera (69% del totale). Il settore rimane caratterizzato dalla presenza di lavoratori provenienti dall’Est Europa (35,7%). Il secondo gruppo più numeroso è però quello di cittadinanza italiana, che rappresenta il 31,1% del totale. In crescita i lavoratori provenienti dalla Georgia, Perù, El Salvador, mentre ad essere in calo sono quelli provenienti da Romania, Moldavia e Bangladesh.

Flettono le famiglie datori di lavoro. Secondo i dati INPS, i datori di lavoro nel 2023 continuano a diminuire (917.929), registrando 60 mila unità in meno rispetto all’anno precedente (-6,1%). Si tratta di un assestamento del dato dopo gli aumenti del 2020 e del 2021, riconducibili principalmente alle misure di contenimento della pandemia. Tra i datori di lavoro, oltre un terzo si concentra in Lombardia e nel Lazio. La componente femminile è mediamente del 58%, mentre quella straniera del 5% (3% Ue e 2% non Ue).

Spesa delle famiglie e indotto del lavoro domestico. Le famiglie spendono oggi 7,6 miliardi di euro per i lavoratori domestici regolari, a cui si aggiungono 5,4 miliardi per la componente irregolare. Si tratta quindi di una spesa complessiva di 13 miliardi, che genera allo Stato un risparmio di circa 6 miliardi (0,3% del PIL), ovvero l’importo di cui lo Stato dovrebbe farsi carico se gli anziani accuditi in casa venissero ricoverati in una struttura. A questo bisogna aggiungere l’impatto che la spesa delle famiglie ha da un punto di vista economico sulla produzione in Italia: i 13 miliardi “investiti” dalle famiglie per lavoratrici e lavoratori domestici vengono poi rimessi in circolo sul mercato, determinando uno stimolo alla produzione quantificabile nell’ordine di 253,8 milioni di nuove ore di lavoro e 21,9 miliardi di euro di valore della produzione generato (moltiplicatore 1,55).
PIL e care economy. Il lavoro domestico produce 15,8 MLD di Valore Aggiunto pari al 1 punto percentuale di PIL generato. Ma se si considera l’intero settore della cura (care economy) il valore economico è quantificabile in 84,4 MLD di euro, il 4,4% del PIL totale. Per dare l’idea della dimensione di questo settore, basti pensare che l’agricoltura produce 39,5 miliardi (2,1% del PIL) e che il settore della ristorazione (alberghi, bar e ristoranti) si attesta a 79,9 miliardi (4,2% del PIL).

Vedi anche

Osservatorio DOMINA. Rapporto annuale sul lavoro domestico 2023

Osservatorio DOMINA. Rapporto annuale sul Lavoro Domestico in Italia 2022

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