Centro diurno demenze di jesi. "Ti dimetto se c'è lista di attesa". La regolamentazione dell'abbandono
Di seguito la lettera inviata dal Gruppo Solidarietà
2 ottobre 2025
Successivamente all’emanazione della determina 815/2022, eravamo intervenuti per denunciare il contenuto di questo passaggio palesemente illegittimo, “Vista la numerosità dei malati e la relativa esiguità dei posti disponibili di CDD, la frequenza di questi servizi, necessariamente deve prevedere un turn over, al fine di offrire la possibilità di fruirne ad una platea il più ampia possibile. Per tali ragioni, la frequenza al CDD è di 1 anno, prorogabile al massimo per un altro anno. Solo nei casi in cui, non è presente una lista d’attesa è possibile prolungare ulteriormente i tempi della frequenza”, richiedendone il ritiro.
Ciò non è avvenuto, ma nei fatti, poi non è stata data attuazione della disposizione che, peraltro, non era stata recepita nel Regolamento del Centro diurno di ASP-ATS9 che lo gestisce.
Nel rinnovo della Convenzione (Determina 295/2025) tale disposizione è stata riproposta e questa volta recepita anche nella Carta dei Servizi di ASP-ATS9.
Alcuni familiari nei giorni scorsi, a conclusione del cerchio, ci hanno contattato informandoci che tale indicazione era stata loro comunicata.
Vogliamo segnalare l’abnormità di tale disposizione che stabilisce la dimissione di un servizio di livello essenziale (Art. 30, Dpcm 12.1.2017) a causa della presenza di lista di attesa. Mai in 45 di attività del Gruppo eravamo riusciti a vedere tanto.
Ricordiamo, che nei requisiti di autorizzazione dei Centri diurni demenze, Dgr 1412/2023, non si indica, né lo potrebbe, la possibilità che può avvenire dimissione a seguito di presenza di lista di attesa. Il CD demenze rientra infatti tra i servizi di lungoassistenza/mantenimento. Tanto è l’enormità dei contenuti di questa disposizione che non sappiamo se attenga più al criterio dell’arroganza o a quello dell’ignoranza. Entrambi, evidentemente senza giustificazione.
Ciò detto. Per quanto sopra chiediamo immediatamente la modifica degli Accordi contrattuali nella parte sopra indicata.
Chiediamo altresì un intervento urgente della regione Marche a rispetto delle norme vigenti che non possono essere stravolte da fantasiose e inconcepibili applicazioni territoriali.
Al Ministero della Salute di attivarsi per il rispetto integrale della normativa sui livelli essenziali di assistenza
Comunichiamo, infine, che ci attiveremo da subito in tutti i modi per far conoscere tale aberrazione.
Confidando in rapidissime risposte inviamo cordiali saluti
Gruppo Solidarietà
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