Data di pubblicazione: 13/01/2023
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Anziani non autosufficienti, residenze, oneri sanitari e rette sociali


Anziani non autosufficienti ricoverati in residenze per autosufficienti. Assenza del Piano di fabbisogno sociale. Spese per prestazioni sanitarie nelle rette: certificazione e detrazione

Sulla risposta della regione Marche a due interrogazioni consiliari

Il tema della risposta alle esigenze delle persone anziane non autosufficienti richiede un impegno ed un investimento ad oggi, purtroppo, inesistente da parte della regione Marche. Le questioni si pongono a più livelli, tutti interconnessi. Offerta adeguata alla domanda, ovvero aumento dei posti destinati alle persone non autosufficienti; trasparenza del sistema di accesso; garanzia del diritto all’assistenza e alla cura; revisione profonda dei modelli di intervento. Che significa passare da servizi residenziali ad abitativi. I primi richiamano le strutture, i secondi le case.

Lo scorso 7 dicembre il Gruppo Solidarietà ha sottoposto ai consiglieri regionali due proposte di interrogazioni riferite al tema dell’assistenza residenziale rivolta a persone anziane non autosufficienti. 

Nella prima si poneva il tema dei ricoveri di persone non autosufficienti in strutture sociali per autosufficienti. Nello specifico veniva richiesto:

- quante delle persone ricoverate siano non autosufficienti, con quali modalità abbiano avuto accesso alle residenze e con quali standard assistenziali vengono assistiti;

- se risulta il fatto che da parte delle Unità di Valutazione distrettuali siano stati inviati anziani non autosufficienti in residenze sociali;

- quali strategie di controllo e vigilanza sta adottando la Regione, per verificare che la struttura operi secondo l’autorizzazione ricevuta;

- per quali motivi a tutt’oggi non sia stato adottato il Piano di fabbisogno regionale ed entro quanto tempo è previsto che sia emanato.

 Nella seconda interrogazione veniva sollecitato un intervento regionale riguardo al rispetto, da parte degli enti gestori, della normativa in tema di detrazione delle spese sanitarie sostenute dagli utenti e/o dai familiari durante il ricovero. Intervento sollecitato dal fatto che in alcune strutture non viene rilasciata la certificazione attestante l’assunzione di tali oneri, anche in casi nei quali le spese per prestazioni sanitarie erano accertabili all’interno delle convenzioni; oltre alle situazioni nelle quali le persone occupano posti (sociosanitari) autorizzati, ma non convenzionati, oppure nel caso in cui persone non autosufficienti siano ricoverate in strutture per autosufficienti.

Le due proposte venivano assunte dal Gruppo Consiliare del partito democratico, che ha presentato due interrogazioni (645 e 646), a risposta scritta, in data 12 dicembre.

In allegato, il testo della risposta così come trasmessa dall’Assessore alla sanità e servizi sociali Filippo Saltamartini. Di seguito alcune sintetiche osservazioni. Per chi voglia meglio addentrarsi nei temi trattati rimandiamo al nostro Quaderno, L’assistenza residenziale anziani nelle Marche. Prima e dopo il coronavirus.

- Detraibilità spese per prestazioni sanitarie. Il tema “detraibilità” richiama quello più generale del trasferimento di oneri per prestazioni sanitarie sulla quota sociale a carico dell’utente.  E’ positivo, nella risposta regionale, il richiamo all’obbligo delle strutture di certificare tale spesa (quando, ovviamente, assunta) ed all’impegno della Regione di rivedere il modello di convenzione delle residenze protette, Dgr 1729/2010, con la definizione di adeguata modulistica[1].  Ma la questione non riguarda, come indicato, le sole residenze protette convenzionate, ma anche quelle autorizzate, ma non convenzionate; le Case di Riposo (e tutte le altre strutture sociali) che accolgono anziani non autosufficienti; le comunità protette dell’area salute mentale, derivate dalla riconversione di posti di residenza protetta anziani; le RSA anziani/demenza convenzionate. Solo nell’area anziani si tratta di qualche migliaio di posti. Potrebbe, peraltro, anche riguardare le residenze per persone disabili. Nelle ultime settimane, riguardo ai posti convenzionati di residenza protetta anziani sono state pubblicate le convenzioni riferite all’anno 2022 di AV2 Ancona, AV4 Fermo, AV1 Pesaro. Abbiamo estrapolato per ogni convenzione l’allegato A2, riportandolo in allegato alla determina. È possibile constatare in quante convenzioni siano presenti prestazioni aggiuntive di tipo sanitario a carico degli utenti. Non è una sorpresa. Non potrebbe essere diversamente, considerato il rapporto tra standard assistenziale, tipologia di ricoverati e tariffa convenzionata. Per questo il tema “detraibilità” richiama quello più generale degli standard, delle tariffe e di chi le paga. Un sistema che si alimenta di nulla o scarsa trasparenza e in alcuni casi di plateale inconsapevolezza. Dunque in forte relazione con il contenuto dell’altra interrogazione.  Appare pertanto opportuno che il tema non venga affrontato solo con la revisione della modulistica delle residenze protette anziani convenzionate.

- Anziani non autosufficienti in strutture sociali per autosufficienti. La risposta regionale, sostanzialmente, non risponde ad alcuna delle tre richieste. Richiama la normativa in tema di verifiche e controlli, ribadendo natura e finalità delle Case di Riposo. Rimanda alla possibilità del monitoraggio entro il termine massimo (settembre 2023) per le nuove autorizzazioni. Un escamotage per non rispondere ed astenersi dal dire quanti siano gli anziani non autosufficienti che stanno in strutture per autosufficienti, di quale assistenza usufruiscano, chi ne abbia disposto il ricovero, quali responsabilità afferiscano alle Unità valutative distrettuali. Anche in questo caso la Regione assume l’impegno di intervenire a seguito di “segnalazione puntuale”. È dunque importante che il tema torni con forza all’attenzione pubblica e quindi politica. Solo se questo accade si potrà garantire il diritto alla fruizione di adeguati servizi sociosanitari e nel contempo mettere fine a prassi illegittime[2]. Ognuno di noi deve sentire la responsabilità di rendere questo sistema trasparente. Per le Istituzioni si tratta, dovrebbero saperlo, di un dovere.  

- Piano di fabbisogno sociale. Nella stessa interrogazione si chiede conto della mancanza del Piano di fabbisogno riguardo alle strutture sociali. La risposta regionale spiega le motivazioni. La questione è di estrema delicatezza. Basti ricordare cosa è successo negli anni scorsi quando al tetto autorizzabile delle strutture diurne e residenziali sanitarie e sociosanitarie (legge 20/2000), faceva da contraltare l’assenza dello stesso per quelle sociali e sociosanitarie della legge 20/2002. Per tutte valga la situazione dei servizi residenziali per la salute mentale. Le nuove “strutture” si autorizzavano (con i corrispondenti standard) attraverso la legge 20/2002 come comunità alloggio o anche come comunità o residenze disabili; poi andavano a contrattualizzare accordi con l’azienda sanitaria. È un esempio di quella che abbiamo definito “incoerenza tra classificazione e funzione”: strutture deputate ad una funzione diversa da quella per le quali sono state autorizzate.  Una situazione ancora non completamente sanata.  A conferma, si veda il recente decreto che assegna contributi alle strutture sociali.  i beneficiari dei contributi Covid-19. Beneficiari contributi residenze sociali (Dcr. 63/2022). Vedi in proposito anche i Quaderni MarcheGli Accordi tra ASUR e soggetti gestori dei servizi sociosanitari e Dopo le delibere sui servizi sociosanitari su criteri tariffari, standard, quote sanitarie e sociali.

Perché la questione determina allarme? Perché non c’è motivo di pensare che, se fino ad oggi si è consentita, anzi si è promossa, la realizzazione di posti per autosufficienti, tollerando poi il ricovero nelle stesse di anziani non autosufficienti, tutto questo poi si vieterà domani.

Per non concludere

Il tema della risposta alle esigenze delle persone anziane non autosufficienti richiede un impegno ed un investimento ad oggi, purtroppo, inesistente da parte della regione Marche. La Giunta (non si può chiamare più nuova) è in carica da più di due anni e nulla, ma proprio nulla si   è visto su questo versante. E non è che siano mancate sollecitazioni; la più potente è venuta dalla pandemia. Le questioni si pongono a più livelli, tutti interconnessi. Offerta adeguata alla domanda, ovvero aumento dei posti destinati alle persone non autosufficienti; trasparenza del sistema di accesso; garanzia del diritto all’assistenza e alla cura; revisione profonda dei modelli di intervento. Che significa passare da servizi residenziali ad abitativi. I primi richiamano le strutture, i secondi le case.

Per approfondire

- L’assistenza residenziale anziani nelle Marche. Prima e dopo il coronavirus

- I nuovi requisiti di autorizzazione dei servizi sociali e sociosanitari diurni e residenziali

- Autorizzazioni sociali, residenze per anziani e assenza del Piano di fabbisogno

- Ricoveri di anziani non autosufficienti in residenze sociali per autosufficienti

- Residenze anziani: oneri sanitari a carico degli utenti, certificazione e detrazione


[1] La Regione Lombardia, ad esempio, è intervenuta con specifica delibera, Lombardia. Detraibilità e deducibilità rette servizi sociosanitari.

[2] Per parte nostra abbiamo segnalato la questione ai NAS e ci auguriamo avvengano le opportune verifiche.  


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