Data di pubblicazione: 03/10/2024
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Marche. Disabilità. Aggiornamento tariffe servizi diurni e residenziali (Dgr 1446/2024) e qualche considerazione

Dgr n. 1446 del 30 settembre 2024 - Aggiornamento delle tariffe relative alle residenze sociosanitarie assistenziali per disabili (RD3), ai gruppi appartamento per la disabilità (RD4) e ai centri diurni socio educativi riabilitativi per disabili a valenza socio-sanitaria (SRDis2). Modifica della DGR n. 1331/2014 “Accordo tariffe assistenza residenziale e semiresidenziale tra Regione Marche ed Enti Gestori - modifica della DGR 1011/2013”. Evidenziazioni redazionali nell'allegato pdf. 

Vengono aumentate, con decorrenza 1° giugno 2024,  le tariffe di alcuni servizi residenziali e diurni rivolti a persone con disabilità. Le "nuove" Residenze sociosanitarie assistenziali (RSSAD) che inglobano tre precedenti tipologie di residenze (RSA, RP, CoSER) vengono ora tariffate a 127,68 euro contro i precedenti 120,57 (la quota sanitaria aumenta di quasi 5 euro, quella sociale di 2,40), il riparto è sempre 70/30. Il Gruppo Appartamento passa da 68 a 72,01 (+1,60 quota sanitaria, + 2,41), il riparto è 40/60. L'ex CSER, ora CD socioeducativo riabilitativo sociosanitario (SRDis2) passa da 62 a 65,66 (+ 2,56 quota sanitaria, + 0,90 quota sociale), il riparto è 70/30 Rispetto a questa tipologia di CD, va segnalato che dal 2015 non tutti i posti venivano riconosciuti come sociosanitari (per un approfondimento vedi qui, Centri diurni disabili nelle Marche. Informazioni per utenti e associazioni), ma a questo punto si, considerato che nei "nuovi" requisiti di autorizzazione, i Centri diurni sociosanitari ricomprendono tutti gli utenti degli ex CSER. Dunque per tutti gli utenti vale la nuova tariffa e la ripartizione degli oneri sanità/sociale. 

Da segnalare, per quanto riguarda la quota utente/Comune lo stanziamento di 465.000 euro per il 2024 a copertura dell'aumento della quota sociale. Un successivo provvedimento ne definirà le modalità attuative. Sarà interessante vedere il come. Si dovrà fare i conti con situazioni estremamente variegate sia nelle residenze che nei diurni: chi, come, quanto paga.  Un antipasto per le sole residenze lo si è avuto, in questi anni, con il fondo solidarietà.

Riprendiamo, per esporre qualche considerazione,  questo passaggio: "Al fine di una più efficace programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale, ogni singola AST effettuerà nei confronti delle strutture oggetto della presente deliberazione, una rilevazione delle rette applicate annualmente da ciascun Ente Gestore ai loro ospiti. Tale rilevazione, effettuata su apposito schema trasmesso dal Dipartimento Salute, dovrà essere aggiornata annualmente e pervenire al Dipartimento stesso entro il 31 dicembre di ciascun anno. In fase di prima applicazione, il monitoraggio dovrà essere riferito al periodo 2014–2023". Non si può fare a meno di partire dalla domanda: a quanto ammonta e chi paga la quota sociale? Per 3 tipologie di servizi (RSSAD, GA, ex CSER sociosanitario) la quota è definita dalla dgr 1331/2014. In questi casi va esplicitato quanto della quota sociale è a carico del Comune e quanto dell'utente. Se e come il Comune applica la normativa in materia di compartecipazione al costo dei servizi. Peraltro riguardo i soli servizi residenziali le rette a carico degli utenti sono sostenute (e disciplinate) dal fondo solidarietà. Molti dati sono dunque presenti; così come è definita la ripartizione degli oneri nelle ex CoSER. Tornando al fondo: è stato sostanzialmente azzerato (500.000 euro, contro un trasferimento di 3,4 milioni nell'anno precedente) nel 2022. Sul 2021 la quota trasferita a copertura della quota sociale nei servizi residenziali è stata di circa 1,8 milioni euro. Situazione un po' diversa è quella riguardante gli ex CSER. Perchè se per i posti a valenza sociosanitaria è stata definita tariffa e ripartizione al pari dei servizi residenziali, per i cosiddetti "posti socio assistenziali", la dgr 1331 ha definito la sola quota sanitaria (evidentemente non erano socioassistenziali "puri"),  ma non quella sociale e conseguentemente la tariffa (che si può desumere sulla base del costo stimato per i posti sociosanitari che ha le stesse figure professionali). Alcuni dati (chi paga) riguardanti il pagamento degli oneri sociali dovrebbero essere presenti nella sede dell'assessorato ai servizi sociali, ma soprattutto è quella la "parte" competente per quanto riguarda la parte sociale anche ai fini della programmazione ed anche al richiamo del rispetto, quando non accade, da parte dei Comuni delle vigenti leggi in tema di compartecipazione. Diverse questioni rimangono, dunque, aperte; sembrano indicare un deficit di conoscenza del sistema dei servizi. Se non è ben conosciuto, complicato "governarlo".  

Da ultimo riportiamo questo ulteriore passaggio: "è previsto che, per ciascuna AST, la spesa annua per l’acquisto delle prestazioni residenziali e semiresidenziali relative all’area della disabilità, non potrà superare quella complessivamente rendicontata in sede di bilancio di esercizio dell’anno 2023 nella medesima area; in tal modo si evita che l’aggiornamento della tariffa possa gravare notevolmente sulla finanza pubblica. L’efficacia di tale limite di spesa viene estesa anche agli esercizi successivi." Quindi: il costo è aumentato ma i soldi sono quelli dell'anno scorso e non posso spendere di più. Come se ne esce?  Sembrerebbe ci sia  un'unica possibilità. Qualcuno presente nel 2023, non lo sia più nel 2024. La Regione sembrerebbe dimenticare che tutti i servizi indicati sono di livello essenziale e previsti nei LEA. Appare difficile che si possa negare un bisogno quando è anche un diritto. Ma magari ci si prova.

Per approfondire

- Quaderni Marche 2, Dopo le delibere sui servizi sociosanitari su criteri tariffari, standard, quote sanitarie e sociali

Quaderni Marche 6, I nuovi requisiti di autorizzazione dei servizi sociali e sociosanitari diurni e residenziali

Alcune riflessioni sui “nuovi” Centri diurni disabili della regione Marche

Comunità (CoSER) disabili. Questioni aperte nel processo di riconversione

Che fine ha fatto il Fondo regionale di solidarietà?

Fondo regionale di solidarietà. Perchè occorre ridefinirne gli obiettivi.

L’assistenza sociosanitaria nei nuovi LEA

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