L’intervento della giustizia sul fenomeno dell’immigrazione alla luce del diritto internazionale e nazionale Di Luigi Colombini, testo integrale nell'allegato file pdf. Intorno alla complessa condizione degli immigrati e delle immigrate, e delle loro famiglie, dei bambini e delle bambine immigrati, ritengo opportuno richiamare la testimonianza di Magdi Allam, egiziano divenuto cittadino italiano, che nella sua autobiografia “Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano?” (Edizione Mondadori, 2006), oltre a narrare la propria esperienza di studio e di lavoro come giornalista, vissuta nel nostro paese, mette in assoluta evidenza, in quanto sociologo, lo stesso concetto dell’esistenza umana, sottolineando dapprincipio “il proprio rifiuto ad una concezione della vita che non metta la “persona” nella condizione di essere artefice e protagonista della propria esistenza. Dove la distanza tra il sistema dei valori che regolamenta l’ attività e determina il destino della collettività da un lato, e l’interesse concreto del singolo, dall’ altro, è tale da annullare e calpestare il valore e la dignità della persona”. Le enunciazioni suddette si attagliano direttamente agli articoli 2, 3, 13,16 della Costituzione, nonché alla Dichiarazione dei diritti dall’uomo di New York del 1948, alla Carta sociale europea del 1999, i regolamenti europei intorno alla complessa problematica delle persone immigrate e le loro famiglie, nonché il CEDU, pilastro europeo dei diritti umani. Per converso, nella assoluta ignoranza e ostinazione nel considerare l’ immigrato “clandestino” e/o “illegale”, “irregolare”, “sommerso” che prova a venire nel nostro paese per esprimere il proprio diritto all’esistenza ed alla protezione, non già una “persona” ma un nemico, un intruso, un soggetto in ogni caso pericoloso per la sicurezza nazionale, e quindi perseguitarlo e colpevolizzandolo nella propria condizione di disagio e di assoluto bisogno e diritto di vivere, sono state portate avanti norme legislative ed atti amministrativi che sono state oggetto di ricorsi e di reazioni a tutela dei loro propri diritti ed interessi, a fronte dei quali la magistratura, essendo l’Italia uno Stato di diritto, ha espresso in molteplici occasioni sentenze che hanno sottolineato e confermato l’obbligo all’osservanza delle legislazioni internazionali, europee che l’Italia ha sottoscritto, nonché quelle italiane, e quindi in definitiva l’illegittimità di molteplici provvedimenti disposti contro le persone immigrate, scatenando l’ira funesta di forze politiche che non hanno esitato ad additare ed individuare alla loro opinione pubblica addirittura i magistrati che hanno applicato la legge, a loro avviso, in contrasto con la decisione “politica” presa per ostacolare ed impedire l’ingresso in Italia degli stessi immigrati, nonché a lumeggiare in prospettiva una magistratura “servente” alla politica, ignorando addirittura che Carlo Secondat, Barone di Montesquieu, circa tre secoli or sono nella sua fondamentale opera “L’esprit des lois”, distinse i tre poteri assolutamente indipendenti ed autonomi l’uno all’altro, ossia il potere legislativo (il Parlamento), il potere esecutivo (il governo, che secondo il Presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln era da considerare del popolo, per il popolo, con il popolo) ed il potere giudiziario (la magistratura), assolutamente ripresi pienamente e fatti propri nella Costituzione della Repubblica italiana. LA VICENDA DEL CASO DICIOTTI - continua a leggere nell'allegato file pdf. Dello stesso autore su questo sito I diritti civili e sociali dei cittadini ed i livelli essenziali di assistenza sociale Autonomia differenziata atto quarto Dopo la sentenza della Corte costituzionale. Autonomia differenziata atto terzo L’autonomia differenziata: atto secondo ...................... LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro del Gruppo è realizzato da volontari, ma non tutto. Se questo lavoro ti è utile PUOI SOSTENERLO CON UNA DONAZIONE e CON IL 5 x 1000.