Data di pubblicazione: 09/11/2025
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La Relazione 2024 della Corte dei Conti delle Marche e la sanità regionale: qualche osservazione critica

Claudio M. Maffei, Già direttore sanitario INRCA, Ancona

Una premessa: la relazione della Corte dei Conti sulla gestione economica, ma non solo, 2024 della Regione Marche è un lavoro enorme molto ben fatto, che però nella parte sulla sanità (forse la più importante) sconta il fatto che sui conti la Corte dei Conti, scusate il bisticcio di parole, è espertissima, mentre di organizzazione sanitaria e di dati sanitari non è particolarmente esperta, e si vede. I tre punti fondamentali che qui esamino della Relazione in tema di sanità sono la mobilità sanitaria, le liste di attesa, e quindi il rapporto tra domanda e offerta, e gli investimenti sanitari.

Mobilità sanitaria

Cominciamo dalla mobilità sanitaria il cui dato principale commentato nella Relazione e sui giornali è il passaggio del saldo negativo di mobilità (e quindi della differenza tra i debiti verso le altre Regioni in cui hanno cercato assistenza i nostri cittadini e i crediti delle Regioni di provenienza dei pazienti venuti da noi) sarebbe passato dai quasi 40 milioni del 2023 ai quasi 49 del 2024. Un aumento percentualmente molto alto. Non viene però nella relazione fatto presente che questi dati vanno interpretati tenendo presente che i dati del 2024 sono in realtà i dati relativi ai flussi di mobilità del 2022 e quelli del 2023 sono relativi ai flussi del 2021. E quindi per forza tra i due anni c’è stata una grossa differenza perché nel 2021 col Covid i flussi si sono fisiologicamente ridotti. Se si guardano i dati veri del 2019 e del 2020 si vede che i saldi di mobilità non si sono mossi di molto tra quegli anni e il 2022. Ma dove c’è stata una lettura incompleta dei dati di mobilità è soprattutto sul ruolo dei privati. La nostra mobilità attiva viene per circa la metà garantita dalla attività dei privati cui rigiriamo i relativi ricavi. Quindi a spanne non solo alla nostra sanità pubblica sono stati tolti nel 2024 per via della mobilità passiva una cinquantina di milioni di euro dati alle altre Regioni, ma a questi vanno aggiunti gli altri 50 che si beccano i nostri privati con la loro mobilità attiva, che noi incassiamo e subito rigiriamo.  Sempre sulla mobilità la Relazione fa un grosso sconto alla Regione Marche che da anni doveva fare accordi con le Regioni vicine per regolamentare i flussi di mobilità e non li ha fatti. O meglio l’ha fatto solo con l’Abruzzo che per noi è una Regione creditrice, ma non l’ha fatto con la Regione Emilia-Romagna che ci “massacra” soprattutto con le sue strutture private. La Corte dei Conti si è accontentata delle buone intenzioni della Regione che gli accordi li starebbe predisponendo perché in 5 anni non c’è ancor riuscita. Peraltro con la inefficienza della nostra sanità forse alla Emilia-Romagna conviene dare ancora più spazio (ma al momento lì hanno i loro problemi a sostenere la loro mobilità attiva).

Liste di attesa

Passiamo alle liste di attesa e al rapporto domanda/offerta. Qui i numeri della Relazione sono sconcertanti. Innanzitutto sui tempi di attesa la Corte dei Conti riporta i dati della Regione sulle liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero (quelle oggetto di monitoraggio ministeriale). Sono dati già negativi, ma sono limitati alle prestazioni erogate senza tenere conto della enorme quantità di prestazioni “non erogate” o pagate direttamente dal cittadino, che sono una enormità. Ma dove i numeri sono totalmente inaffidabili è sulla evoluzione del rapporto tra domanda e offerta di prestazioni di ricovero, ambulatoriali e di screening. Su queste tre tipologie di prestazioni la Corte con la Regione ha calcolato per il 2023 e il 2024 quante erano le prestazioni non evase avanzate dall’anno prima, quante ne erano state evase in ciascun anno e quante ne erano avanzate da evadere a fine anno.

Ricoveri ospedalieri

Andiamo avanti con gli “incredibili” numeri riportati nella Relazione. Cominciamo dal rapporto domanda/offerta per i ricoveri. Prendiamo il numero dei ricoveri del 2023 citati nella Relazione e confrontiamoli con i dati ufficiali riportati nel portale statistico dell’Agenas nella sezione Profili Sanitari delle Regioni e delle Province autonome.  Secondo la Regione a inizio 2023 c’erano 754 prestazioni di ricovero in lista di attesa “avanzate” dall’anno prima. Sembra di capire che si tratti di coloro che erano a fine anno in lista di attesa per avere una data certa di effettuazione del ricovero. Un dato assurdamente basso se si tiene conto che solo per la cataratta sicuramente erano molte di più. Pensiamo poi alle ernie, alle varici, agli interventi di area ortopedica, dermatologica, otorinolaringoiatrica e così via, e cioè tutti quegli interventi che uno si paga o che va a fare fuori Regione. Un dato che sembra ridicolo soprattutto se confrontato con il numero di ricoveri effettuato o prenotato nello stesso anno: 203.134! In base a questi dati meno dello 0,05% delle persone non riescono a ricoverarsi o a prenotare il ricovero nelle strutture ospedaliere delle Marche. Da dove vengano questi dati (strutture pubbliche o anche private? strutture della Regione o anche delle Regioni vicine?), a quali ricoveri si riferiscano (solo acuti o anche di post-acuzie? Solo ordinari o anche di day hospital e di day surgery? Solo programmati o anche urgenti?) e a quali pazienti si riferiscano (solo i marchigiani o anche quelli delle altre Regioni?) non si sa. Comunque tanto per avere una idea secondo la Relazione nel 2023 sono state “evase” nelle Marche 203.134 richieste di prestazioni di ricovero, quando nelle Marche secondo l’Agenas sono stati fatti in tutto (ordinari, day hospital e day surgery; acuti e di post-acuzie; strutture private e pubbliche) 192.759 ricoveri di cui una buona  percentuale urgenti che quindi non dovrebbero essere inclusi tra quelli per cui è stata fatta richiesta di ricovero. A fine anno solo 1.154 marchigiani non avrebbero trovato risposta alla loro richiesta di prenotazione per un ricovero ospedaliero e cioè circa lo O,5%. Ovviamente a questo punto è inutile guardare i dati del 2024 per i quali valgono le stesse considerazioni e per i quali manca un riferimento di confronto nei dati Agenas che si fermano al 2023.

Prestazioni ambulatoriali 

Per i dati sul rapporto domanda/offerta per le prestazioni ambulatoriali valgono le stesse considerazioni: non si sa a cosa si riferiscono e come sono stati calcolati. Solo per avere una idea si parla nella Relazione per il 2023 di 2.050.241 prestazioni ambulatoriali evase quando in base ai dati Agenas ne risultano effettuate molte di più (2,3 milioni di visite e prestazioni diagnostiche fatte dalle sole strutture pubbliche). Comunque in base ai dati della Relazione nel 2023 meno di 100.000 persone sui quasi 2 milioni di richiedenti (5% circa) una prestazione ambulatoriale non avrebbero trovato risposta nelle Marche. Dato che proprio non torna. A questo punto il lieve peggioramento dei dati della Relazione sul rapporto tra domanda e offerta tra 2023 e 2024 sia per i ricoveri che per le prestazioni ambulatoriali diventa di scarso interesse vista la illeggibilità dei dati.

Screening

Per gli screening c’è un imbarazzante equivoco: non va analizzato, come fa la Relazione, il rapporto tra richiesta e offerta, ma tra la partecipazione e l’offerta. Per gli screening offerti dalla sanità pubblica non ci deve essere una erogazione a seguito di domanda, ma una offerta attiva da parte del servizio pubblico ai cittadini nelle fasce a rischio. Affermare come fa la relazione per gli screening che è stata evaso il 100% della domanda sia nel 2023 che nel 2024  è assurdo. Purtroppo l’adesione agli screening offerti dalla sanità pubblica nelle Marche è insoddisfacente e al di sotto delle medie nazionali, altro che 100% come dimostrano i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening.

Investimenti 

Finiamo con gli investimenti. Qui la Relazione non vede la “mucca nel corridoio” come direbbe Bersani: la programmazione di edilizia ospedaliera delle Marche non ha dietro un piano di riordino degli ospedali rispettoso dei criteri ministeriali, non è finanziato in larga parte, dove è finanziato è sottofinanziato e soprattutto è insostenibile sul piano della gestione sia economica che del personale.

Concludo con tre ultime annotazioni. La prima: la Corte dei Conti fa un lavoro preziosissimo, ma sulla sanità deve essere tecnicamente supportata. La seconda: la Regione che dice in un Comunicato Stampa a commento della Relazione che la domanda in sanità è aumentata dopo il Covid in Italia e nelle Marche del 30% fa una affermazione totalmente infondata. La terza: praticamente quasi nessuno (politici, media e commentatori sui social) ha letto con attenzione e capacità critica la Relazione della Corte dei Conti, ma tutti l’hanno ampiamente commentata.

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