Data di pubblicazione: 30/08/2023
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Sostegno alla domiciliarità e attuazione Piano nazionale non autosufficienza


Gli interventi di sostegno alla domiciliarità non si esauriscono con l’attuazione del Piano nazionale non autosufficienza. Il Piano nazionale non autosufficienza obbliga le Regioni ad un Piano attuativo locale. Ma, sullo specifico, del sostegno alla domiciliarità gli  interventi regionali sono di natura diversa, con differente regolamentazione e molti di questi prescindono dal Piano e fondo nazionale. E’ urgente l’armonizzazione complessiva degli interventi per fare in modo che non siano fatte “parti disuguali tra uguali”. A questo va aggiunto un adeguato sostegno finanziario regionale che per il 2022 è stato sostituito con fondi europei

Lo scorso 31 luglio la giunta regionale ha deliberato (Dgr n. 1132) in attesa del parere del Cal e della Commissione competente, le Linee attuative regionali degli interventi per la non autosufficienza di cui al Piano nazionale non autosufficienza 2022/2024. Il provvedimento rimanda, sostanzialmente, l’applicazione delle indicazioni del Piano nazionale non autosufficienze 2022-24, delegando ad un  Gruppo di lavoro regionale l’elaborazione di alcune proposte (Accordo di programma interistituzionale, Linee guida regionali SAD, interventi di sollievo in assenza dell’assistente familiare, profilo professionale assistente familiare, modello unico di PAI) da tradurre in atti amministrativi: alcuni entro la fine del 2023, altri nel primo semestre 2024.  

Come è noto il Piano nazionale introduce alcune novità relativamente agli gli interventi finanziati con il Fondo non autosufficienze; novità introdotte in particolare con legge di Bilancio del 2022 (l. 234/2021) nello specifico dei cosiddetti Leps di processo e di erogazione. Occorre peraltro ricordare che molti dei cosiddetti Leps di processo: presa in carico, valutazione multidimensionale, piano personalizzato, così come Punto unico di accesso appartengono da moltissimi anni alla normativa regionale. La vera novità sarebbe quella di far sperimentare finalmente alle famiglie accoglienza, accompagnamento, progetto e personalizzazione dell’intervento.  

Il Gruppo di lavoro è chiamato ad elaborare proposte riguardanti esclusivamente gli interventi finanziati e previsti dal Piano e finanziati dal Fondo. Ciò significa che si occuperà solo di una parte degli interventi di sostegno alla domiciliarità e non della  programmazione complessiva degli interventi. E’ pertanto necessario che al Gruppo di lavoro siano affidate funzioni che vadano oltre lo specifico degli interventi del Piano così da coordinare, armonizzare, sviluppare il complessivo degli interventi.

Se così non fosse , il Gruppo si occuperà (Leps di erogazione) di: assegno di cura, disabilità gravissima (nella sua nuova denominazione), vita indipendente nazionale, assistenza domiciliare anziani; ma  non di altri importanti sostegni: contributo malati di SLA, contributo per minori/adulti con malattia rara, vita indipendente regionale, SAD disabili (ed anche educativa domiciliare in situazione di complessità), fondo caregiver.

Interventi che sono differentemente regolamentati. Ad esempio per quanto guarda i trasferimenti monetari: contributo fisso, contributo variabile, obbligo di assunzione dell'assistente, presenza/assenza graduatoria, QUI la descrizione dei diversi interventi a seconda del contenitore in cui sono inseriti.

Una situazione nella quale  persone con identica condizione possono ricevere sostegni molto diversi a motivo di una diversa diagnosi, della presenza di graduatoria, di bandi rimasti chiusi, ecc..

Contenitori finanziati in alcuni casi con fondi sociali in altri con fondi sanitari. Alcuni con soli fondi regionali, altri con fondi sia nazionali che regionali, altri ancora con soli fondi nazionali.

Per quanto riguarda, invece, l'erogazione dei servizi, se prendiamo il servizio di assistenza domiciliare solo a riguardo dei trasferimenti regionali sono enormi le differenze (oltre alle differenti modalità erogative da parte dei Comuni singoli o associati) nei sostegni rivolti alle persone con disabilità e anziani non autosufficienti. Nel primo caso il fondo annuale ex legge 18/1996 copre al massimo il 20% (si può stimare - considerati i circa 11,5 milioni che finanziano interventi di educativa scolastica ed extrascolastica, tirocini inclusione - una cifra di circa 1 milione di euro) del costo sostenuto dai Comuni. Nel secondo caso la stragrande maggioranza dei Comuni eroga il servizio utilizzando esclusivamente (ed anzi riducendo negli anni la quota precedentemente assunta) la quota del fondo nazionale e regionale che si può stimare in circa 4/5 milioni di euro.

Altro tema, nello specifico degli interventi previsti, è cosa la Regione,  quando interviene con propri fondi quota, intenda privilegiare. Se ci sono e quali le priorità regionali.  Con riferimento agli interventi finanziati (AC, SAD, DG) con il Fondo nazionale, i fondi  regionali si sono, sostanzialmente, sommati a quelli nazionali senza individuazione di priorità. Sono stati fondi ad esclusiva compensazione, motivati dalla riduzione dei trasferimenti alle persone nel rapporto: Fondo/numero dei beneficiari.  Prendiamo la quota di circa, 2.5 milioni destinata alla "disabilità gravissima": non potrebbe privilegiare alcune condizioni che richiedono una "intensità assistenziale" molto alta all'interno delle condizioni previste nel decreto ministeriale del 26 settembre 2016? Sappiamo che non tutte le condizioni previste seppur riconducibili, attraverso le scale, alla disabilità gravissima sono, assimilabili in termini di necessità assistenziali. Anche questo potrebbe essere un compito da affidare  al  Gruppo di lavoro per la non autosufficienza, ampliando quindi le funzioni.

C’è, infine, un altro aspetto, tutto politico e di certo non meno importante, che andrebbe affrontato e chiarito con urgenza. Negli ultimi mesi diversi interventi finanziati con fondi regionali sono stati sostituiti con fondi europei (autismo: contributi alle famiglie, tirocini inclusione). Tra questi anche il Fondo non autosufficienza regionale pari, anno 2022, a circa 5,5 milioni di euro.  Se c’è una fascia di popolazione che riceve sostegni inadeguati questa è quella delle persone non autosufficienti e dei loro familiari. Non destinare loro quei pochi soldi messi a bilancio sarebbe un fatto di gravità inaudita.  Chiamarlo crimine forse rende meglio i termini della questione.

30 agosto 2023

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