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La schedatura riguarda il materiale catalogato al Centro Documentazione
del Gruppo Solidarietà nel periodo dal 30/09/11 al 31/10/11.
Libri catalogati fino al 31 dicembre
2004.
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Totale record= 110
ARTICOLI
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HANDICAP
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AA.VV., FRONTIERE ATTUALI DELLA RICERCA SULLA DISFUNZIONE ESECUTIVA NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO, AUTISMO E DISTURBI DELLO SVILUPPO, n. 3-2011, pag. 321. In questo lavoro vengono riportati i risultati delle ultime ricerche sul disfunzionamento esecutivo nei Disturbi dello Spettro Autistico (DSA), concentrando la riflessione sul passaggio alla teoria sul "deficit di connettività neurale" e, a partire da questa, sull'utilità di strumenti multimediali e interattivi, come il Nintendo Wii e il Kinect per Xbox, non solo per la valutazione dei DSA, ma soprattutto per l'implementazione di programmi di riabilitazione computerizzati appositamente pensati per questi disturbi. In entrambi i casi, il vantaggio consiste nella riduzione del fattore di disturbo sociale che potrebbe interferire con la prestazione. Se è vero che nel funzionamento cerebrale dei DSA è ridotta la connettività neurale tra diverse aree, un intervento che coinvolga, allo stesso tempo, sistema motorio, funzioni cognitive superiori, neuroni specchio e aspetti motivazionali potrebbe rappresentare una strada percorribile.
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AA.VV., INSEGNARE A PERSONE CON LESIONE CEREBRALE ACQUISITA E DISABILITÀ MULTIPLE A SCEGLIERE TRA STIMOLI AMBIENTALI E RICHIEDERNE LA RIPETIZIONE, HANDICAP GRAVE, n. 3-2011, pag. 271. Questo studio ha replicato ed esteso un'indagine pilota su un programma assistito dalla tecnologia per permettere a persone con lesione cerebrale acquisita e compromissioni neuromotorie, della comunicazione e dello stato di coscienza di scegliere tra stimoli ambientali e richiederne la ripetizione tutte le volte che lo desideravano. Lo studio ha coinvolto tre partecipanti adulti. In ciascuna sessione, venivano previsti 16 stimoli per ogni partecipante (12 preferiti e 4 non preferiti). Un sistema informatico forniva una breve presentazione di ciascuno stimolo (ovvero, un campione di 4 secondi dello stimolo). Durante la fase d'intervento, le risposte dei partecipanti (una chiusura ripetuta o prolungata dell'occhio) emesse in relazione al campione attivavano un microswitch, che faceva si che il computer avviasse il relativo stimolo per 20 secondi. Un'assenza di risposta da parte dei partecipanti faceva si che il computer procedesse con il successivo stimolo della sequenza. Quando i partecipanti rispondevano immediatamente ( entro 6 secondi) dopo la fine della presentazione di una stimolo, veniva ripetuto quello stimolo. L'intervento a permesso di aumentare le risposte di tutti i partecipanti. Tutti quanto hanno richiesto la ripetizione di stimoli preferiti e hanno mostrato risposte minime in relazione a stimoli non preferiti. I risultati sono stati discussi alla luce di precedenti dati (pilota) con lo stesso programma, analizzando le implicazioni per le iniziative riabilitative.
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AA.VV., LA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE AUTISTICO ADULTO, AUTISMO E DISTURBI DELLO SVILUPPO, n. 3-2011, pag. 337. Per molto tempo le problematiche del paziente adulto con Autismo o Disturbi dello Spettro Autistico sono state ignorate o convogliate nel più ampio settore della Disabilità Intellettiva. La principale causa di questo fenomeno è da ricercarsi nella convinzione che, terminata la fase dello sviluppo evolutivo, le possibilità terapeutiche per questi pazienti fossero nulle. Nelle ultime decadi questa affermazione è stata fortemente contestata e oggi si ripropone il problema dei percorsi terapeutici/educativi per soggetti adulti. In quest'ottica, nel presente lavoro vengono affrontate le problematiche specifiche della valutazione del paziente adulto (diagnosi, valutazione clinica globale, profilo funzionale, sviluppo emotivo, valutazione dell'autismo in sindrome genetiche), illustrando alcuni esempi di strumenti di valutazione internazionali, tradotti e validati anche in lingua italiana.
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AA.VV., L'INCLUSIONE SOCIALE DELLA DISABILITÀ NELLA PROVINCIA DI MILANO, PROSPETTIVE SOCIALI E SANITARIE, n. 15-2011, pag. 3.
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AA.VV., POLITICHE E SERVIZI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ NELLE MARCHE, APPUNTI SULLE POLITICHE SOCIALI, n. 5-2011, pag. 20. 27 organizzazioni del terzo settore della regione Marche che si occupano specificatamente di disabilità hanno sottoscritto un appello con il quale si invita la Regione Marche a riprendere una perduta capacità programmatoria.
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AA.VV., VALUTAZIONE COGNITIVA DI BAMBINI CON AUTISMO CON LE SCALE WISC - III E LEITER - R, AUTISMO E DISTURBI DELLO SVILUPPO, n. 3-2011, pag. 351. L'articolo presenta una ricerca volta a esaminare le modalità di valutazione cognitiva dei bambini autistici, analizzando i risultati ottenuti nella scala di performance della WISC - III e nei subtest necessari a calcolare il QI breve e il Memory Screener della Leiter - R. La prestazione del gruppo dei bambini autistici (N=6) è stata poi confrontata con quella di un gruppo di bambini con disturbi dell'apprendimento (N=5). Dai risultati emerge una marcata disomogeneità nei profili di bambini con autismo, che si rileva in misura minore nei bambini con disturbi dell'apprendimento. Il gruppo con autismo mostra una prestazione relativamente buona nei subtest che richiedono abilità di analisi e ricerca visiva, memoria spaziale e associativa, mentre emerge una difficoltà specifica nei subtest che richiedono astrazione e formazione di regole. I risultati ottenuti suggeriscono la necessità di effettuare una valutazione cognitiva ampia, che tenga conto sia delle difficoltà sia dei punti di forza e delle peculiarità mostrate dalle persone con autismo.
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ALVAREZ M. I., VARINI A., GIUBERTI V., L'INTERVENTO PSICOEDUCATIVO NEI BAMBINI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO, AUTISMO E DISTURBI DELLO SVILUPPO, n. 3-2011, pag. 401. L'articolo descrive i principi base dell'intervento psicoeducativo così come viene applicato nei progetti individualizzati rivolti ai bambini con disturbi dello spettro autistico (DSA) seguiti dal Centro Autismo e Disturbi Pervasivi dello Sviluppo dell'AUSL di Reggio Emilia. Si tratta di sintesi teorica e pratica, frutto del pluriennale lavorosul campo che gli operatori del Centro hanno condotto con i bambini, le loro famiglie e gli insegnanti, integrando un approccio di tipo cognitivo - comportamentale (derivato principalmente dal modello TEACCH; Schopler, Reichler e Lasing, 1991; Micheli, 1999) con un approccio di tipo evolutivo e relazionale (Denver Model; Rogers et al., 2001), considerando i modelli educativi e abilitativi della realtà dei servizi per l'infanzia italiani, in particolare di quelli reggiani.
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CRITES STEVEN A., HOWARD BARBARA H., PROGRAMMA DI ISTRUZIONE SISTEMATICA PER AUMENTARE IL COINVOLGIMENTO DEI CLIENTI IN UN CENTRO DIURNO, HANDICAP GRAVE, n. 3-2011, pag. 335. Le persone affette da disabilità intellettiva grave che terminano il ciclo scolastico hanno in genere tante probabilità di essere inserite in centri diurni e laboratori protetti quante di essere inserite in un lavoro protetto. Tuttavia queste strutture impiegano spesso operatori paraprofessionali che potrebbero non avere le abilità per coinvolgere i clienti in attività significative. Questo articolo descrive un progetto di formazione del personale in tre fasi, indirizzato ad aumentare il coinvolgimento dei clienti di un centro abilitativo per adulti. La prima fase del progetto era finalizzata a sviluppare delle linee guida per la programmazione. La seconda fase prevedeva lo svolgimento di una serie di incontri di formazione per gli operatori paraprofessionali. Infine, la terza fase è coincisa con la realizzazione di un'esperienza clinica. Il primo autore ha tenuto un corso di livelli universitario presso un centro di abilitazione per adulti. Gli operatori che hanno partecipato al corso (operatori paraprofessionali, supervisori e studenti universitari) hanno appreso le componenti dell'istruzione sistemica e hanno realizzato delle attività per i clienti. Il livello di coinvolgimento dei clienti è aumentato con l'applicazione dell'istruzione sistematica in seguito alla formazione del personale. Vengono discusse le implicazioni.
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FALOPPA MARISA, FAMIGLIA E SCUOLA PER UNA SOCIETÀ INCLUSIVA, APPUNTI SULLE POLITICHE SOCIALI, n. 3/4-2011, pag. 7. Serve un modello pedagogico colto a creare un clima educativo efficace per favorire "le integrazioni", un'atmosfera educativa distesa in cui ogni allievo senta di essere accolto per quello che è con i suoi limiti e i suoi pregi.. La classe che si impegna nell'integrazione di un soggetto disabile, in particolare in situazione di handicap grave, è una classe che sa accogliere tutte le diversità ed i bisogni di ogni alunno.
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FARNETI D., GENOVESE E., LA CAA NELLE DISABILITÀ VERBALI, I CARE, n. 3-2011, pag. 74.
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