Aggiornamento bibliografico
 
 


La schedatura riguarda il materiale catalogato al Centro Documentazione del Gruppo Solidarietà nel periodo dal 30/09/11 al 31/10/11.

Libri catalogati fino al 31 dicembre 2004.

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ARTICOLI

POLITICHE E SERVIZI SOCIALI

MORNIROLI ANDREA, DE - ISTITUZIONALIZZAZIONE?, LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI, n. 2-2011, pag. 419.
La crisi, sociale e culturale oltre che economica, che sta condizionando in senso escludente le relazioni tra le persone e la disponibilità verso chi è differente, unita al ritardo della politica nella gestione pragmatica e non emergenziale dell'immigrazione, stanno spingendo ampie fasce di migranti in contesti di marginalizzazione e istituzionalizzazione. Approcci metodologici utili ad orientare le scelte di policy e caratterizzare le politiche locali come antidoti al definitivo stabilizzarsi di situazioni di esclusione della popolazione migrante vedono l'impostazione delle politiche di inclusione ad essa rivolte come strategia per migliorare complessivamente la vita dell'intera collettività e suggeriscono interventi su più livelli, dalle azioni atte ad incidere sulla rappresentazione sociale dell'immigrazione al rafforzamento dell'integrazione dei servizi, necessario a coglierne in pieno la complessità.

MOTTA MAURIZIO, LE CRITICITÀ DELL'ISEE, PROSPETTIVE SOCIALI E SANITARIE, n. 16/18-2011, pag. 9.

MOTTA MAURIZIO, LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI E DIRITTI: DI CHE COSA SONO FATTI E COME DEFINIRLI?, APPUNTI SULLE POLITICHE SOCIALI, n. 3/4-2011, pag. 1.
La riflessione prende in esame due aspetti della costruzione dei livelli essenziali. Quali siano le componenti di una "prestazione di welfare afferente ai livelli essenziali" e "dove" sia opportuno definire le componenti di un livello essenziale, ossia quali aspetti non possono essere lasciati alla sola regolazione degli enti (Comuni - Asl) gestori dei servizi.

ORTIGOSA RANCI EMANUELE, MESINI DANIELA, L'ISEE: STRUMENTO UTILE, MA DA RIFORMARE, PROSPETTIVE SOCIALI E SANITARIE, n. 16/18-2011, pag. 2.

PASQUINELLI SERGIO, QUALIFICARE IL LAVORO PRIVATO DI CURA, LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI, n. 2-2011, pag. 309.
L'Italia ha conosciuto negli ultimi dieci anni una crescita esponenziale del lavoro privato di cura, un settore ampiamente sommerso, cartterizzato da disinformazione, incertezza dei rapporti di lavoro, scarsa corrispondenza tra domanda e offerta, dinamiche di segregazione domestica. In mancanza di una politica nazionale sulla non autosufficienza sono andati proliferando servizi regionali e locali volti a sostenere questo settore. Occorre coordinare questi interventi, che devono integrarsi a vicenda, creando un mercato regolato con un set minimo di garanzie, a cui assistenti familiari e famiglie attribuiscano valore e a cui possano affidarsi.

PENNACCHI LAURA, LA NUOVA FASE DELLA CRISI: IL DEBITO PUBBLICO E IL RITORNO DEL NEOLIBERISMO, LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI, n. 2-2011, pag. 113.
Dopo un'analisi sulla fase attuale della crisi, caratterizzata fra l'altro dalla persistenza della disoccupazione, il saggio si sofferma sulle misure draconiane adottate dai vari Stati (che hanno reso ancor più incerto lo scenario macroeconomico generale) e sulle caratteristiche del quadro europeo di incongruità. Questo è riconducibile, oltre che all'aggravamento del deficit pubblico, al rafforzamento degli specifici global imbalances fra Stati preesistenti alla crisi e ad un ritorno al business as usual. Questo insieme di dimensioni e l'inadeguatezza delle misure adottate dal recente Consiglio europeo (al cui orizzonte si riafferma un'ortodossia monetarista e neoliberista e la non considerazione di altre possibili scelte) si riverberano con chiarezza sull'azione e l'inazione del governo italiano in campo economico.

PICCININI ROSSELLA, RAGAZZINI FRANCESCA, LA RETE DEGLI SPORTELLI SOCIALI IN EMILIA - ROMAGNA, AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n. 1-2011, pag. 33.

RAGAINI FABIO, LA REGOLAMENTAZIONE DEI SERVIZI DOMICILIARI EDUCATIVI E DI AIUTO ALLA PERSONA NELLE MARCHE, APPUNTI SULLE POLITICHE SOCIALI, n. 3/4-2011, pag. 30.
Una riflessione a partire dalla constatazione della sostanziale assenza di regolamentazione regionale dei servizi domiciliari. Evidente la differenza rispetto a quelli diurni e residenziali in termini di requisiti professionali e di standard di funzionamento del servizio.

REALDI GIOVANNI, CREDERE NELLA POSSIBILITÀ DI INSEGNARE, ANZI EDUCARE, ETICA PER LE PROFESSIONI, n. 1-2011, pag. 45.
Gli insegnati si aspetterebbero, al di là di tutto, che l'Istituzione iniziasse a riportare al centro della narrazione collettiva l'esigenza della cultura, ovvero il destino di "educare" le giovani generazioni.

ROSSITER AMY, L'ETICA DI LEVINAS E IL LAVORO SOCIALE, LAVORO SOCIALE, n. 2-2011, pag. 163.
La concezione dell'etica di Lévinas, se applicata al lavoro sociale, mette fortemente in discussione sia l'approccio tradizionale sia l'approccio critico alla professione, suggerendo l'esistenza di un problema di fondo nel nostro modo di considerare le persone: il fatto che la conoscenza e la tecnicità precedano l'etica. Infatti, tendiamo a definire la persona che abbiamo davanti attraverso una rappresentazione che ricalca le nostre conoscenze teoriche e gli schemi concettuali che siamo abituati a utilizzare. Perdiamo così di vista la sua specificità, "violentandone" l'essenza. L'autrice dell'articolo, nel collegare l'etica di Lévinas al processo di aiuto, propone riflessioni che potrebbero risultare "scomode" perchè mettono in discussione le nostre concezioni tradizionali della professione. La richiesta è quella di pensare al Lavoro sociale come a una pratica unsettled, meno legata alla conoscenza e più vicina all'etica e alla socialità, vero luogo d'incontro dell'Altro.


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