Il nuovo capitolo della tristissima vicenda delle tariffe delle residenze protette anziani e demenze
Gruppo Solidarietà - Osservatorio Marche, n. 168 del 17 dicembre 2025
Un’avvertenza pare necessaria. I testi (su tutti il decreto) sembrano scritti in funzione della loro illeggibilità. L’obiettivo, riuscito, sembra quello di renderli incomprensibili.
Nell'allegato pdf, riportiamo: 1) La nota dell’11 dicembre dell’AST di Ancona (che riprende la comunicazione della regione Marche del 27 novembre 2025); 2) il decreto della regione Marche, n. 80 del 15 dicembre nel quale si impegna la spesa di € 2.463.500, per gli adeguamenti tariffari delle quote sanitarie 2025.
Non torniamo sui contenuti della delibera 1403/2025 che ha ridefinito le tariffe delle residenze protette anziani e demenze. Per ricordare i termini della questione rimandiamo a, Residenze protette anziani e demenze nelle Marche. I costi e chi li paga. Proviamo a fare chiarezza.
La delibera, con decorrenza 1 luglio 2025 ha aumentato sia la quota sanitaria che quella sociale (Utente/Comune), prevedendo inoltre la possibilità che tale quota potesse essere ulteriormente aumentata fino ad un massimo del 75% così da poter arrivare fino a 70,42 (posti anziani non autosufficienti) e 95,34 (posti demenze) contro il massimo precedente di 49.50 euro. Ad oggi le convenzioni 2025 non sono state sottoscritte e un inusuale silenzio ha caratterizzato il periodo post elezioni anche successivamente agli incontri avuti dagli enti gestori e organizzazioni sindacali a settembre e ottobre 2025.
La situazione sembra ora complicarsi. Nella nota AST Ancona (vedi box), si comunica, con riferimento alla richiamata nota regionale di novembre, che l’incremento tariffario resta subordinato al conseguimento dell’accreditamento istituzionale. Giova ricordare che le residenze protette ad oggi, come tutte le altre strutture della l.r. 20/2002, operavano in regime di convenzione a seguito del solo rilascio di autorizzazione. Inoltre, il percorso attuativo della nuova legge su autorizzazione e accreditamento, n. 21/2016, è ancora in corso e nei giorni scorsi sono stati ulteriormente prorogati i termini di presentazione delle domande di autorizzazione (scadenza 31 dicembre 2026).
Tutto questo per dire che molte residenze protette non avranno l’adeguamento tariffario previsto nel 2025 perché non hanno ancora ottenuto l’accreditamento. Si aggiunga che ad oggi non sappiamo quante di queste si sono ri-autorizzate considerato che sono stati ulteriormente prorogati i tempi di presentazione della domanda.
Per tutte queste, vale quindi la tariffa prevista nella delibera 1950/2023. La nota AST specifica, infine, che (traduciamo noi) il mancato adeguamento tariffario da parte del servizio sanitario non deve essere trasferito sull’utente. Insomma: la quota sanitaria 2025 pattuita, ma non erogata non deve essere prelevata dal portafoglio del residente.
La nota di AST Ancona (vedi anche nell’allegato pdf).
Oggetto: DGR 1403/2025 – incremento tariffario R3 e R3D.
La presente fa riferimento alla DGR 1403/2025 che ha previsto il riconoscimento di una integrazione tariffaria per tutte le strutture convenzionate secondo le indicazioni tecnico-gestionali dell’allegato A della medesima deliberazione.
A tal riguardo si fa presente che secondo le disposizioni operative pervenute dal Servizio Salute della Regione Marche, acquisite al prot. 210307/27/11/2025/AST-AN/AFFGEN/A, il riconoscimento dell’incremento tariffario sulla base delle risorse che saranno all’uopo assegnate dalla Regione Marche (a decorrere dal 01/07/2025 per le strutture che hanno presentato istanza di autorizzazione prima della DGR 1403/2025 ovvero dalla data di presentazione per le strutture che vi abbiano provveduto solo successivamente) resta subordinato al conseguimento dell’accreditamento istituzionale e al relativo convenzionamento.
Le strutture nel periodo antecedente al completamento dell’iter previsto per l’accreditamento saranno titolate a fatturare all’AST il valore della produzione secondo quanto previsto dalla DGR 1950/2023. Pertanto si invitano le strutture che hanno già fatturato tale incremento tariffario a volere emettere nota di credito a storno dell’importo addebitato.
Si specifica che l’invarianza degli oneri complessivamente sostenuti dal cittadino dovrà essere garantita anche dalle strutture alle quali sarà temporaneamente preclusa una valorizzazione della produzione superiore alla tariffa stabilita dalla DGR 1950/2023.
Il decreto, inoltre, reitera l’errore già presente nella dgr 1403/2025. Ovvero che con la dgr 1950/2023 fosse stato disposto l’aumento anche della quota sociale (passando dai 33,00 euro giorno a 37,70 e 50,63 nel caso demenza). Un fatto, come abbiamo avuto già modo di dimostrare, smentito dalle convenzioni 2024 (per ogni approfondimento vedi QUI).
Reiterare questo errore è particolarmente grave in quanto legittima automaticamente l’aumento della quota utente. Le quote per le prestazioni aggiuntive, che rimangono in vigore, verrebbero sommate a quelle base che passerebbero da 33.00 a 37,70 e 50,63 nel caso demenza.
Come abbiamo già avuto modo di affermare la ripartizione al 50% della tariffa (che abbiamo sempre sostenuto doversi applicare) deve determinare l’abrogazione delle quote per prestazioni aggiuntive che, non ci stancheremo mai di ricordarlo, prevedono a carico degli utenti anche interventi di tipo sanitario e sociosanitario.
Una tristissima vicenda, quella delle nuove tariffe delle residenze protette (abitate, ricordiamolo, da circa 5.000 persone), iniziata male, prosegue in maniera pessima ed è davvero difficile capire quali saranno gli esiti finali.
Pare difficile immaginare che dietro questi artifici amministrativi non si nasconda una motivazione finanziaria. Al momento gli enti gestori sono rimasti in silenzio. Vedremo anche se provvedimenti del genere riusciranno a sopravvivere ad eventuali ricorsi.
Per parte nostra, ribadiamo quanto già, in altre occasioni affermato. Sullo specifico occorre avere il coraggio di ritirare la dgr 1403/2025 (per parte nostra non possiamo che recriminare, per le circostanze, che hanno determinato la mancata presentazione del ricorso al TAR) con l’approvazione contestuale del nuovo schema di convenzione in sostituzione del precedente datato 2010.
Assessore Calcinaro, metta subito la testa (e il cuore) per affrontare queste questioni. Lo faccia ora, più tempo passa più le sarà difficile entrarci. Le ricordiamo che solo questi provvedimenti riguardano oltre 5.000 persone insieme alle loro famiglie.
Per approfondire
Residenze protette anziani e demenze. I costi e chi li paga. Proviamo a fare chiarezza
- Quaderni Marche, L’assistenza residenziale anziani dal 2010 ad oggi.
- TRA DOMANDA E OFFERTA. Persone non autosufficienti nelle Marche. Quante, dove e con quali sostegni
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