L'aumento delle rette nelle Residenze protette anziani e demenze. L'indegna proposta della giunta
Le rette a carico degli utenti passano dalla quota base di 33 euro a 40.57 e 54,48 (demenze) che può essere incrementato di un ulteriore “dazio” del 75%. La normativa vigente (spesso violata) prevedeva una quota massima di 49.50 euro. L’indegna e improponibile proposta della giunta regionale che attende il parere della Commissione consiliare. Il testo della proposta della giunta.
Lo scorso 23 giugno, regione Marche in un comunicato aveva annunciato l’accordo con le organizzazioni sindacali e gli enti gestori in tema di residenzialità sociosanitaria. Il presidente Acquaroli aveva ritenuto trattarsi di un “risultato storico”. QUI le considerazioni e le perplessità del Gruppo Solidarietà dopo la presentazione dell’Accordo da parte della regione. E’ ora arrivata la delibera (che attende il parere della Commissione per l’approvazione definitiva), che prevede l’entrata in vigore 1 luglio 2025. Il provvedimento stabilisce l’adeguamento delle tariffe per i circa 5.000 posti convenzionati di residenze protette per anziani e demenze.
Un testo che si fa fatica a pensare possa essere uscito da un ufficio regionale e approvato da una giunta. Torneremo con maggior dettaglio sui contenuti del provvedimento, che si caratterizza non solo per quello che c’è ma anche per quello che manca. Ora è necessario urgentemente evidenziarne alcuni aspetti per bloccarne l’approvazione definitiva.
Se la delibera verrà approvata così come proposta dalla giunta potrà avere effetti devastanti sugli utenti e le loro famiglie.
- L’attuale quota base a carico degli utenti pari a 33 euro giorno (in nessuna parte della dgr 1950/2023 viene fissata in 37,70 euro) arriva a 40,57 euro e 54,48 (demenze), con la possibilità di aumento fino al 75% della quota (allegato A, art. 3). Significa: + 30,42 euro per gli anziani e 40,86 per demenze. L’utente può arrivare a pagare fino a 95,34 euro.
- Va ricordato che la vigente normativa sui livelli essenziali prevede una ripartizione del 50% della tariffa tra quota sanitaria e quota sociale (utente/Comune), ma in nessun modo dispone che la quota a carico dell’utente possa prevedere oneri ulteriori per prestazioni aggiuntive.
- Continuiamo a ricordare che tra queste prestazioni sono previste a carico dell’utente anche interventi di natura sanitaria e sociosanitaria che dovrebbero gravare in tutto o in parte sul servizio sanitario.
- Paradossali le disposizioni riguardanti le persone con demenza. Si può stimare che almeno il 40% dei circa 600 posti convenzionati siamo formali e non sostanziali. Ovvero che le persone non ricevano interventi ulteriori rispetto a quelli delle persone non autosufficienti. Pagherebbero in ogni caso una quota utente di almeno 54,48 euro. Se il gestore dovesse applicare una tariffa inferiore si vedrebbe decurtata in maniera corrispondente la quota sanitaria.
- Quanto alla lista di attesa (allegato A, articolo 2), ricordiamo che dal 2010 è prevista sia di livello distrettuale. E’ mortificante leggere nuove disposizioni che dispongono quanto già previsto da 15 anni.
Per tutto quanto sopra si chiede:
- al presidente Acquaroli e all’assessore Saltamartini di leggere o rileggere la delibera e di ritirarla,
- alla Commissione, se dovesse arrivare, in un sussulto di autonomia di esprimere parere negativo,
- alle organizzazioni, tutte, e alle persone che hanno a cuore diritti, dignità e tutela delle persone di chiederne il ritiro.
Non possiamo, infine, pensare, che i sindacati confederali e le categorie dei pensionati possano sottoscrivere e accettare un provvedimento di questo tipo.
Gruppo Solidarietà
31 luglio 2025
Per tutto quanto sopra indicato rimandiamo ai seguenti materiali
- TRA DOMANDA E OFFERTA. Persone non autosufficienti nelle Marche. Quante, dove e con quali sostegni.
- Quaderni Marche 4, L’assistenza residenziale anziani dal 2010 ad oggi
LA RICHIESTA DI SOSTEGNO del Gruppo Solidarietà
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