Su alcuni recenti provvedimenti della regione Marche (IV)
Gruppo Solidarietà - Osservatorio Marche, n. 150/2024
La scheda analizza e commenta alcuni recenti provvedimenti regionali: decreti di autorizzazione e accreditamento di strutture per anziani e psichiatriche (si omette, ritenendo di non sbagliare, per una volta il termine “salute mentale”); l’attuazione del Piano nazionale non autosufficienza con la rimodulazione degli interventi (assegni di cura e assistenza domiciliare), l’ulteriore proroga dei tempi di presentazione delle domande di autorizzazione delle strutture sanitaria, sociosanitaria e sociale; Il recupero dei fondi avanzati perché non utilizzati dai Comuni, destinati alla progettazione dei Piani di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA).
1) L'accreditamento di 136 (su 227) posti di residenza protetta anziani a Vallefoglia (PS). Con il decreto 206 del 6 settembre 2024 si accoglie l’istanza di accreditamento istituzionale della società Civitas Benefit a Vallefoglia (PS). Si tratta della struttura, di cui nelle ultime settimane si discute molto nel pesarese, in cui si è ipotizzato di trasferire alcune comunità per la salute mentale e una Rsa disabili per complessivi circa 85 posti, collocate in una zona in cui verrà edificato il nuovo ospedale di Pesaro.
La struttura (dovremmo chiamarlo il complesso residenziale o forse meglio, il villaggio) ha avuto autorizzazione all’esercizio per 227 posti di residenza protetta anziani e 24 posti di Centro diurno anziani non autosufficienti. Chissà con quale stratagemma tutti questi posti hanno avuto autorizzazione. Si può ipotizzare, Rapagnano insegna, palazzine distinte una attaccata all’altra. Basta costruire in orizzontale (a schiera) invece che in verticale e non si hanno problemi per l’autorizzazione. In questo modo, infatti, dal punto di vista formale si è in presenza di più strutture. Nulla conta che siano l’una attaccata alle altre. L’accreditamento istituzionale è stato concesso per 136 posti di residenza protetta e per i 24 di centro diurno.
Vale la pena riprendere quanto riportato nel decreto: “a livello distrettuale i posti letto accreditabili sono 412, i posti letto già accreditati sono 0 e i posti letto convenzionati con priorità di accreditamento sono 276, pertanto risultano 136 posti letto accreditabili”. Questo significa che nel Distretto di Pesaro tutti i futuri posti potenzialmente contrattualizzabili (che il Piano di fabbisogno stabilisce in 393) si troveranno in quella specifica struttura. Nei fatti, una cittadella che servirà tutto il territorio del distretto con circa 115 posti che entreranno in convenzione. Gli altri posti saranno con rapporto di tipo privatistico a completo carico dell’utente (fino a che, come di solito accade, non si amplieranno le convenzioni).
Alcune domande crediamo sia necessario porsele.
1) E’ giusto che l’offerta distrettuale convenzionata programmata possa essere localizzata per più del 30% dei posti in un unico luogo?
2) Che tutti i “nuovi posti convenzionati” siano collocati in un’unica struttura?
3) Il modello “villaggio” è quello che abbiamo in mente quando pensiamo ai servizi residenziali per anziani non autosufficienti? La nostra Regione ha come riferimento questo modello?
4) Si può continuare con una programmazione basata su una struttura di atto di fabbisogno che delinea un’offerta che non si aggancia ad alcun modello di servizi? Una scacchiera nella quale si incrociano caselle da riempire?
Sono questioni che riguardano il presente di migliaia di persone ed il futuro di ciascuno di noi. Temi che sembrano invisibili tale è il disinteresse della politica regionale e di ogni livello istituzionale. Vorremmo dire a questa Giunta ed all’intero Consiglio regionale che … non è vietato occuparsi seriamente di questi problemi.
2) Casa di Cura neuropsichiatrica Villa Jolanda. Finisce l’equivoco dei posti di RSA demenze. Con il decreto 207 del 6 settembre 2024 si definisce il percorso che porta all’ennesima trasformazione dei posti residenziali extraospedalieri della Casa di Cura (CdC) neuropsichiatrica Villa Jolanda di Scisciano di Maiolati Spontini, gestita da alcuni anni dal gruppo Kos-Care.
I 19 posti di RSA demenze derivanti dalla trasformazione, dalla sera alla mattina, dei posti di Comunità Protetta (CP) salute mentale vengono nuovamente trasformati in posti dell’area salute mentale e precisamente in 16 posti di Struttura Residenziale Terapeutica (SRT). Finisce così l’equivoco della presenza di 19 posti di RSA demenze. Nel sito della struttura è indicata una “RSA psichiatrica”. E’ sbagliato perché tale tipologia di servizio non esiste nella nostra Regione. Ma nei fatti è giusto visto che l’accesso nei posti nella suddetta RSA demenze viene disposto dal DSM che ha continuato a “trattare” quei posti come sempre ha fatto: ovvero posti “psichiatrici”. Vicenda anche paradossale vista la consuetudine del DSM di considerare "geriatrici", gli ultra65 con patologia psichiatrica. Chissà se il DSM sapeva che (i posti di RSA demenze) non erano più afferenti alla salute mentale e che accesso e dimissioni sono di competenza dell’Unità di valutazione distrettuale? (vedi in proposito, Quale continuità e garanzia delle cure nel territorio del Distretto/ATS di jesi?).
Innumerevoli sono stati i cambiamenti di autorizzazione della CdC. Da posti ospedalieri a extraospedalieri e viceversa. Gli ultimi cambiamenti avevano portato prima alla trasformazione dei posti ospedalieri di riabilitazione in extraospedalieri. Ma il numero di questi posti risultava superiore a quello permesso dal Progetto obiettivo salute mentale (POSM) 2004-2006 della regione Marche: “Le Zone Territoriali possono attivare strutture residenziali e Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura a servizio di due o più DSM, fermi restando i rispettivi limiti di 20 e 16 p.l. e non più di due moduli contigui ed autonomi” (pag. 47).
Sono stati così ritrasformati in posti di SRT in posti (15) ospedalieri (codice 56). Ma comunque le tre tipologie di residenze extraospedaliere (SRT, SRR, CP) si scontravano con le indicazioni del POSM e così la CP è stata trasformata, portandosi dietro le persone ricoverate, in RSA demenze (anche con la conseguenza che essendo all’interno dell’area anziani, i ricoverati non potevano più accedere al fondo solidarietà). Sembrerebbe ora che quelle indicazioni siano superate.
Dunque una volta superati gli adempimenti per la nuova autorizzazione, Villa Jolanda avrà i seguenti posti: 15 di riabilitazione ospedaliera; 36 (20+16) di RST e 20 di SRR (Struttura riabilitativa residenziale). I posti passano da 19 a 16 perché, si legge nel documento istruttorio, non possono esserci più camere da 3 letti. In realtà i letti per camera dovevano già essere massimo 2 (vedi, DGR 2200/2000, pag. 133 punto 2). Ma, evidentemente non ce lo ricordavamo. Ma, poco male, la perdita economica dei 3 posti sarà recuperata con la tariffa (170 euro le RST contro 128/85.50 della RSA).
L’ennesima puntata del balletto dei posti va verso una nuova ridefinizione. Forse questa avrà una certa stabilità. Tutti i posti sono con tariffa a completo carico sanitario e con una buona remunerazione (non magari per i “padroni”, pardon, i titolari). La domanda se servono tutti quei posti in quel luogo e se e come funzionano, nel centenario della nascita di Basaglia, la rimandiamo ad un’altra occasione.
3) Piani eliminazione barriere architettoniche (PEBA). La situazione nei Comuni marchigiani. Criteri riparto fondi aggiuntivi 2024 (Dgr 1420/2024). In questo caso è sufficiente riprendere dalla delibera regionale. Nostre sono le evidenziazioni. “Con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 10 ottobre 2022 (…), sono state assegnate alla Regione Marche risorse pari ad € 303.094,64 per incentivare la progettazione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.), cui sono tenuti i comuni ai sensi dell’art. 32, comma 21 della L. 41/1986 e dell’art. 24, comma 9 della L.104/1992. Con la deliberazione n. 320 del 13.03.2023 la Giunta regionale approvava i criteri di riparto delle risorse stanziate con il suddetto DPCM 10 ottobre 2022 mentre con successivo decreto. dirigenziale n. 61/CDI del 23.05.2023 si provvedeva ad approvare l’Avviso pubblico per la presentazione delle domande da parte dei comuni. Dei 225 comuni solamente 51 hanno presentato domanda ed ottenuto il finanziamento, per cui dello stanziamento assegnato alla Regione Marche pari ad € 303.094,64 veniva utilizzato l’importo di € 224.972,00, generandosi così una economia di spesa di € 78.122,64. (....) Nella DGR n. 320/2023 è stata condotta dal Centro Regionale di Ricerca e Documentazione sulle Disabilità un’indagine conoscitiva sull’adozione dei P.E.B.A. da parte dei comuni marchigiani sia precedente all’Avviso pubblico regionale (marzo/aprile 2023) che successiva (dicembre 2023). All’indagine preliminare su 225 comuni hanno risposto solo 148, di questi 14 erano in fase di stesura del P.E.B.A., 10 lo avevano già adottato e 124 non lo avevano adottato. Successivamente all’avviso regionale, come sopra riportato, solo 51 comuni hanno fatto domanda di contributo, per cui questi si aggiungono ai 24 per un totale di 75 comuni marchigiani che stanno adottando tale strumento per rendere accessibili i propri territori."
4) Fondo non autosufficienza. Rimodulazione interventi anziani e risorse ATS per LEP erogazione (Dgr 1398/24). La delibera è al parere della Commissione Competente e del Consiglio delle autonomie locali. Nei cosiddetti LEP di erogazione la parte più significativa dell'offerta è composta da assegni di cura (AC) e assistenza domiciliare (SAD) per anziani non autosufficienti e contributo per disabilità gravissima (DG) che non ha limiti di età. Si aggiungono ora (vedi allegati A, B, C) tre nuovi interventi. Tutti previsti all'interno del Piano nazionale non autosufficienza e finanziati dal Fondo per le non autosufficienze. Piano che prevedeva anche un percorso di progressiva riduzione dei trasferimenti monetari a vantaggio dell'erogazione dei servizi. La proposta della giunta rimodula il finanziamento riguardante l'assegno di cura e l'assistenza domiciliare per le annualità 2024 e 2025 (fondo 2023 e 2024). Si riduce di circa 1,5 milioni (pari a 625 beneficiari) il fondo per gli AC che viene trasferito nel SAD (vedi evidenziazioni nel testo della delibera nell'allegato pdf).
Rimane invariata la quota riguardante il contributo a sostegno della disabilità gravissima. Pare necessario, inoltre, verificare l'impatto del provvedimento rispetto agli attuali beneficiari dell'AC. E' ipotizzabile che l'aumento del Fondo nazionale ne compensi la riduzione. Così come verificare l'entità della quota regionale, che non è stata ancora definita (nel 2022 il totale regionale anziani, finanziato con fondi europei, è stato di 2,55 milioni di euro). Si potrebbe anche porre la domanda che potrebbe non rivelarsi troppo assurda: i 625 beneficiari esclusi a causa del ridotto finanziamento saranno ora, automaticamente, beneficiari del SAD? A loro toccherà sperimentare il passaggio da trasferimento monetario a servizio?
Come funzionano questi interventi? Per AC e DG le regole di accesso sono fissate a monte. I Comuni/ATS trasferiscono il fondo ai beneficiari. Non è così per l'assistenza domiciliare. Nella migliore delle ipotesi i 23 ATS definiscono le regole di accesso e compartecipazione per tutti i Comuni dell'ATS. Ma è altamente probabile che all'interno degli ATS ci siano diverse regolamentazioni. Si aggiunga che non sappiamo quanti Comuni pur ricevendo i fondi non erogano il servizio. Ad esempio nell'ATS 9 di Jesi nel 2023 lo erogavano 9 su 21. E' dunque corretto stabilire una riprogrammazione così significativa, in una situazione in cui gli atti non dicono nulla di come, ad oggi, sta funzionando questo servizio (quanti utenti, in quanti comuni, per quante ore, con quali criteri di accesso e compartecipazione)? Si tratta di un atto di doverosa trasparenza.
E' giusto che gli ATS/Comuni regolamentino senza alcun vincolo (le previste Linee guida regionali SAD, volte a ridurre/superare le eterogeneità presenti a livello regionale, non sono state emanate) un servizio finanziato con fondi nazionali e regionali? E' accettabile continuare a tollerare la penalizzazione degli anziani che vivono in Comuni in cui il servizio non viene erogato? Sono i Comuni a dover definire i criteri di selettività per un servizio finanziato da altri soggetti istituzionali? Il FNA deve finanziare il SAD quando il beneficiario non è in condizione di non autosufficienza? Sono alcune delle questioni che dovevano essere chiarite e affrontate da tempo. Non possono essere ulteriormente rinviate.
Stante la mancanza di dati a supporto e la situazione a livello territoriale non può di certo considerarsi sufficiente la motivazione addotta nel documento istruttorio. "La riprogrammazione si rende necessaria per allineare le quote previste con la DGR n.1496/2023 per le voci “Assegno di cura” e “SAD – Servizio di Assistenza Domiciliare” alle programmazioni degli ATS (di cui alla seguente tabella), che, in relazione alla indicazione programmatoria di una graduale crescita dei servizi e decrescita dei contributi economici, hanno proceduto, virtuosamente, ad una conversione in misura superiore alla previsione cautelativa di cui alla programmazione finanziaria 2023. Si rende necessario pertanto modificare le Tabelle di cui al punto 4 dell’Allegato A) della DGR n. 1496/2023." Se conversione (da erogazione diretta a servizi) deve esserci, a supporto, è necessaria chiarezza.
Se questi ragionamenti hanno un senso è dunque non solo auspicabile, ma necessario che la Commissione vincoli il proprio parere al chiarimento di questi aspetti ed a conoscere in maniera puntuale l'attuale funzionamento del SAD in ogni ATS.
Da ultimo, nella descrizione dei LEP di erogazione (allegati A, B, C), viene giustamente evocato il ruolo di chi ha la funzione di presa in carico (LEP di processo). Anche in questo caso non sarebbe inopportuno specificare chi e quanti sono gli operatori che per ogni ATS/Distretto esercitano questa funzione. Si tratta di un esercizio che necessita per essere tale di alcune condizioni. Vanno, con rigore, verificate se ci sono. Se la risposta è negativa occorre porvi rimedio senza esitazioni. Sono, per quanto condizionati, pur sempre LEP.
5) La nuova proroga del termine di presentazione delle domande di autorizzazione delle strutture sanitarie, sociosanitarie, sociali (Dgr 1438-2024). Il testo è stato approvato in via definitiva senza modifiche il 30 settembre con Dgr 1450-2024. Dopo la proroga di un anno (dal settembre 2023 al settembre 2024) l'ulteriore (richiesta di) proroga di 3 mesi, scadenza 31 dicembre 2024, del termine di presentazione delle domande di autorizzazione delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali. I requisiti dei diversi servizi sono stati approvati nel 2019 e 2020, modificati negli anni successivi. Vedremo a fine anno se l'ulteriore proroga sarà l'ultima. La precedente giunta aveva impiegato tutta la legislatura per approvarli; adesso siamo ad oltre quattro per farla partire. Molte parti erano nate già datate alla nascita. Quando andranno effettivamente in vigore cerchiamo di non chiamarli “nuovi”. Per approfondire, Quaderni Marche, n. 6, I nuovi requisiti di autorizzazione dei servizi sociali e sociosanitari diurni e residenziali.
Vedi anche
Su alcuni recenti provvedimenti della regione Marche (III)
Recenti provvedimenti della regione Marche (II parte)
Recenti provvedimenti della regione Marche (I parte)
30 settembre 2024
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