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Raccolta delle principali normative nazionali pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale a partire dal 15 dicembre 1999
e delle principali normative della regione Marche pubblicate nel Bollettino Ufficiale a partire dal 15 dicembre 1999
Tipo
  Nazionale: - Regionale (MARCHE):
Parole
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REGIONALE (Marche)

D.G.R., n. 2216 del 17 dicembre 2002, Attuazione del protocollo d’intesa tra la Regione Marche e il Ministero della giustizia in materia penitenziaria e post penitenziaria - Approvazione dell’atto di istituzione sperimentale dell’ufficio per la mediazione penale minorile delle Marche (B.U.R. n. 133 del 27.12.2002)
L’ufficio di mediazione penale è esterno alle singole istituzioni penali (Tribunale, servizi minorili) nonché ai servizi sociali degli enti locali, che permette alle due parti (minore autore di reato, vittima del reato), con l’aiuto di un terzo neutrale, di ristabilire la comunicazione e di trattare il conflitto in uno spazio neutro di ascolto, scevro da giudizi morali e implicazioni direttamente penali. Sono coinvolte nella costituzione dell’Ufficio per la mediazione Penale, la Regione Marche, Il centro per la giustizia minorile marche-Emilia Romagna, l’autorità giudiziaria minorile delle Marche, gli enti locale , le ASL; i Servizi minorile della giustizia. L’Atto definisce i Compiti dell’ufficio di Mediazione, collocazione, composizione e funzionamento dell’Ufficio, le fasi del processo di mediazione, gli impegni degli enti coinvolti.
D.G.R. 1965 del 12.11.2002, LR n. 18/1996 e successive modificazioni ed integrazioni - criteri per la costituzione e la dotazione di personale delle unità multidisciplinari e modalità per la collaborazione delle stesse con le commissioni sanitarie di cui all’art. 4 della L. n. 104/92 e con gli organismi previsti dalla L. n. 68/99 (B.U.R., n. 126 del 29.11.2002).
Le Unità Multidisciplinari (UM) sono unità operative semplici, con personale dedicato, dotate di autonomia gestionale e tecnico professionale, collocate a livello distrettuale o interdistrettuali.Tali unità operative hanno compiti di informazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, nonché di valutazione, programmazione e verifica degli interventi educativi, riabilitativi, d’integrazione scolastica, sociale e lavorativa dei soggetti in condizione di difficoltà, di menomazione, disabilità e/o handicap. In particolare le UM svolgono funzioni di “Sportello unico” per la presa in carico degli utenti e per la gestione e il coordinamento degli interventi da attivare. Vengono inoltre definite le figure professionali che compongono le UM per l’età evolutiva e per l’età adulta. I direttori generali delle Asl provvedono entro 4 mesi a determinarne la dotazione organica.
D.G.R. 2031 del 26.11.2002, LR n. 34/2001 - promozione e sviluppo della cooperazione sociale - art. 7 commi 1, 2, 3 e 4 - criteri per l’ammissione, termini e modalità di assegnazione ed erogazione del contributo regionale anno 2002. € 258.228,45 (B.U.R., n. 126 del 29.11.2002).
Il Fondo per progetti (della durata massima di 12 mesi e per un massimo di 15.000 €) riguardanti il 2002 sono assegnati alle cooperative sociali di tipo “B”, regolarmente iscritte all’albo regionale. Viene fissata come priorità la realizzazione di progetti di inserimento lavorativo rivolto alle seguenti persone: ex tossicodipendenti, problematiche psichiatriche, disabili in uscita dalla scuola o con abbandono scolastico. Tra i criteri indicati ai fini dell’approvazione si prevede anche: congruità del progetto con accordi, convenzioni, protocolli, con Comune, Ambito territoriale, ente locale e possibilità di inserimento permanente della persona.
D.G.R., n. 1981 del 19 novembre 2002, Attuazione DGR n. 1711/2002 - approvazione dei criteri di ripartizione delle risorse finanziarie destinate al co-finanziamento delle attività di livello regionale in materia di dipendenze patologiche (B.U.R. n. 130 del 19.12.2002)
Con la delibera 1711/2002 la regione ha indicato le finalità che gli interventi in materia di dipendenza patologiche devono perseguire. In attuazione di detta delibera le vengono definite le finalità degli interventi. Continuità delle attività dei centri diurni; Continuità e sviluppo dei progetti di rilievo regionale in corso; Interventi in materia di algologia e tabagismo; Attività di prevenzione e di informazione nei luoghi aggregativi giovanili; Interventi in materia di sicurezza stradale; Prevenzione, riduzione dei rischi e riduzione del danno attraverso operatori di strada o unità mobili; Prosecuzione dell’attività di monitoraggio dei prgetti finanziati con il Fondo nazionale di lotta alla droga 1997-2000; Sostegno alle province per attività di coordinamento e di supporto alla progettazione.
D.G.R., n. 1981 del 19 novembre 2002, L. n. 328/2000 - atto di indirizzo per la predisposizione dei piani territoriali d’ambito finalizzati sia alla rimozione degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che limitano la partecipazione dei giovani al sistema scolastico che alla prevenzione del disagio e della promozione dell’agio delle giovani generazioni nella Regione Marche - criteri di cofinanziamento dei piani territoriali d’ambito (B.U.R. n. 129 del 17.12.2002)
I Comuni attraverso gli Ambiti territoriali realizzano interventi volti a favorire il diritto allo studio nella scuola elementare e media. Per raggiungere tale obiettivo l’AT si coordina con le Scuole, le province, le organizzazioni sociali presenti nel territorio. Ogni AT si attiva per la predisposizione del Piano territoriale finalizzato alla “integrazione scolastica, prevenzione del disagio e promozione dell’agio delle giovani” perseguendo i seguenti obiettivi: valorizzazione della cittadinanza attiva dei giovani; rimozione degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che limitano la partecipazione dei giovani al sistema scolastico; prevenzione del disagio, con particolare riferimento all’uso di sostanze psicotrope e alle dipendenze patologiche; promozione dell’agio. In particoalre dal Piano Territoriale dovranno emergere azioni che facilitino l’accesso e le frequenza della scuola elementare e media inferiore e che elimino i fenomeni dell’evasione e dell’abbandono scolastico.
D.G.R., n. 1978 del 19 novembre 2002, LR n. 48/95 art. 10 - determinazione dei criteri di ammissione e modalità di assegnazione dell’importo stanziato quale contributo regionale per la realizzazione di progetti proposti dalle organizzazioni di volontariato - modifica della DGR n. 2073/2001, anno 2002 (B.U.R. n. 129 del 17.12.2002)
Il finanziamento riguarda progetti di organizzazioni di volontariato tendenti a sviluppare azioni in favore dell’infanzia e dell’adolescenza; in particolare, nella promozione di attività educative extrascolastiche finalizzate a sostenere i ragazzi nella fascia di età compresa nell’obbligo scolastico, in collaborazione con gli Enti territoriali e con il coinvolgimento delle famiglie. Al fine di impiegare al meglio le risorse regionali disponibili per la realizzazione di progetti presentati dalle Organizzazioni di volontariato, viene individuata una specifica tematica (in particolare attività educative extrascolastiche finalizzate a sostenere i ragazzi nella fascia di età della scuola dell’obbligo) con il coinvolgimento degli Enti Territoriali ripartendo, con specifico criterio, le risorse tra i 24 Ambiti Territoriali. Le domande vanno indirizzate direttamente agli ambiti territoriali di appartenenza delle associazioni.
D.G.R., n. 1968 del 12 novembre 2002, Approvazione Linee guida per la predisposizione e l’approvazione dei Piani di zona 2003 (B.U.R. n. 126 del 29.11.2002)
Per orientare e sostenere la predisposizione e l’approvazione dei Piani di Zona 2003 da parte degli Ambiti territoriali le linee guida regionali sviluppano i seguenti argomenti: 1) Avvio della “partecipazione”; 2) Organizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nelle Marche; 3) Verso la costruzione del “profilo di comunità”; 4) Valorizzazione dei servizi presenti e individuazione di criticità e potenzialità dell’Ambito territoriale; 5) Connotazione dell’Ambito territoriale rispetto a “livelli essenziali di assistenza” e “rete dei servizi essenziali”; 6) Avvio della concertazione e della progettazione partecipata; 7) Traccia operativa per il Piano di Zona. I Piani di Zona dovranno essere predisposti dai 24 Ambiti territoriali sociali entro il marzo 2003, attraverso la partecipazione dei soggetti istituzionali e non: l’Ambito, il Comitato dei sindaci, il coordinatore d’Ambito e l’Ufficio di Piano, i distretti ASL, la cooperazione sociale, il volontariato, le fondazioni, i sindacati. Il Piano di Zona ha validità triennale (quello per il 2003, considerato lo spiccato valore sperimentale durerà un anno) e prevede singoli piani annuali di attuazione per realizzare un sistema integrato di servizi sociali che, secondo la dimensione delle aree di intervento, riguarderà la famiglia, l’infanzia e adolescenza, i disabili, il disagio adulto, gli anziani, gli immigrati. Tali aree di intervento possono essere lette come aree organizzative e così la promozione sociale, i servizi a domicilio, i servizi semiresidenziali e residenziali, gli interventi in emergenza; e come funzioni, cioè cura e assistenza, accompagnamento e abilitazione, educazione, informazione e consulenza. Nel Piano di Zona dovranno essere individuate anche le criticità della comunità: l’adeguatezza dell’offerta di servizi, dei processi organizzativi, la qualità delle professionalità, della gestione e delle strutture. In fase di prima attuazione del Piano Sociale, un soggetto-servizio particolarmente importante per orientare le scelte sarà l’Ufficio di Promozione Sociale, da istituire in ogni Ambito. Una struttura fisicamente presente sul territorio che, proprio per essere il più possibile articolata, accessibile e decentrata, dovrà funzionare come una sorta di “antenna” dei bisogni della comunità, in grado di ricevere segnali e trasmettere informazioni, ma anche di affiancare gli utenti nei percorsi di ricerca delle soluzioni per affrontare le diverse problematiche.
Legge regionale 6 novembre 2002, n. 20, Disciplina in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale (B.U.R. n. 120 del 14.11.2002)
La legge disciplina i requisiti per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio e per l’accreditamento delle strutture e dei servizi a ciclo diurno e residenziale che erogano prestazioni sociali o socio sanitarie. Le strutture sono gestite dai soggetti pubblici o privati e sono rivolte a: 1) minori, per interventi socio-assistenziali ed educativi integrativi o temporaneamente sostitutivi delle famiglie; 2)
D.G.R., n. 1922 del 4 novembre 2002, Attuazione del protocollo d’intesa tra Regione Marche e Ministero della giustizia in materia penitenziaria e post penitenziaria - definizione dei criteri di ripartizione delle risorse per aree di intervento (B.U.R. n. 120 del 14.11.2002)
La regione ha previsto un finanziamento pari a 160.101 € destinato ad interventi di assistenza penitenziaria e post penitenziaria. Circa 51.645 € finanziano progetti o attività dei Comuni riguardanti interventi all’interno o all’esterno degli istituti penitenziari. 108.455 € vengono destinati al co-finanziamento di interventi e servizi finalizzati all’attuazione del protocollo d’intesa tra regione Marche e Ministero della giustizia. Le iniziative ed i progetti che assumono carattere di priorità sono quelli riguardanti le seguenti aree di intervento: a) Esecuzione penale esterna, b) Interventi specifici per detenuti stranieri, c) Attività trattamentali culturali, d) Interventi a favore dei minorenni, e) Rapporti con il mondo esterno.
D.G.R., n. 1892 del 29 ottobre 2002, DGR n. 2492/2001 - Finanziamenti per il potenziamento dei servizi rivolti a persone in stato di povertà estrema e senza fissa dimora, anno 2002. Criteri e modalità (B.U.R. n. 118 del 7.11.2002)
La regione ha previsto un finanziamento, destinato ai Comuni, pari a 51.645 € per il potenziamento di servizi rivolti a persone in stato di povertà estrema e senza fissa dimora. I progetti finanziabili riguardano: a) l’avviamento di servizi di pronta accoglienza, b) l’ampliamento e il mantenimento dei servizi di pronta accoglienza, c) la realizzazione di interventi socio sanitari, d) l’accompagnamento ed il reinserimento sociale.

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